Con grande fatica e tempi ancora incerti, tutti gli sport che non sono il calcio cercano di ripartire. Il protocollo su cui basarsi - a oggi - è quello approvato dal CTS per la ripresa del campionato di calcio, anche se la FIP ha mandato al Comitato una bozza di protocollo più snello. Ma nel frattempo, bisogna attenersi a quelli in vigore, che prevedono costi molto alti. Il presidente della Legavolley, Massimo Righi, ha fatto il punto parlando alla Gazzetta. La verità è che oggi il nostro referente non è più solo sportivo, ma principalmente politico e i tempi con la politica sono diversi, molo più dilatati.
Ci basiamo su una bozza simile a quella del calcio. Con tamponi ogni 4 giorni, è chiaro che questo ritmo, dal punto di vista economico, non lo potremo reggere, parliamo di spese per 10/15 mila euro al mese. Ma poi cercheremo modifiche.
Intanto ne abbiamo bisogno per partire, poi siccome ancora non giochiamo, ma ci alleniamo solo, vedremo di ridurre il numero dei tamponi.


Addirittura, la pallavolo valuta l'uso di speciali mascherine in campo. L'altra strada deve essere quella di giocare con le mascherine. Se ne stanno sperimentando alcune in questi giorni. Quella può essere una valida alternativa in attesa di vedere come si evolve la situazione e intanto si può riprendere l'attività.

Questa è a oggi la situazione nella pallavolo. Nel basket le cose non saranno molto diverse. Il protocollo sarà
sulla scorta di quello del calcio
, ha detto Gianni Petrucci a Repubblica, e quindi con costi simili. Il basket invece non dovrebbe seguire la via delle mascherine, cosa che Petrucci ha sempre negato.
Chiaramente, il protocollo calcistico ha costi molto alti, che sono sostenibili (per un certo tempo) per le società di serie A, sia di basket che di pallavolo. Sicuramente non per quelle delle serie inferiori, per le quali bisognerà trovare vie diverse.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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