Umberto Gandini sul Corriere dello Sport è tornato a parlare di obiettivi e idee per il futuro.

Sulle licenze per essere ammessi in serie A. "E' un sistema che già esiste nel calcio, e nel basket in Germania e Spagna. E' come se uno prendesse una patente: per fare una attività da pròfessionista bisogna avere una serie di requisiti. Oggi abbiamo una serie di vincoli economico-finanziari. Ma nel calcio e nel campionato tedesco e spagnolo di pallacanestro bisogna avere anche altre caratteristiche: una struttura organizzativa, figure chiave come un direttore generale, un d.s. con licenza, un responsabile della comunicazione, uno del marketing, un team manager: Insomma, quello che dovrebbe essere la normalità, e che in alcuni casi da noi lo è, va codificato in una serie di regolamenti. Soprattutto per certificare il passaggio dal dilettantismo della A2 al professionismo della A: qui il punto non è solo il vincere il titolo sportivo, e non è qualcosa di offensivo. Faccio un esempio, senza riferirmi a nessuno in particolare: una la squadra di un magnate che ha il figlio che fa il presidente e il nipote che fa il responsabile media. Non va bene. Serve una qualifica professionale per questi ruoli. Oltre ad un budget approvato e a contratti depositati in lega, un club dovrebbe avere una struttura societaria con un ufficio, una sede, un settore giovanile, un centro di allenamento regolare, servizi e attenzioni al professionista atleta. Io non palio di franchigie. Quello di cui parlo non ha nulla a che fare ad esempio con la franchigia che ha Milano per giocare in Eurolega, o quella di New Orleans nella NBA. Insomma, non si tratterebbe di un "posto fisso": semplicemente, per stare in A servono delle determinate caratteristiche.
Noi ad aprile presenteremo al Consiglio Federale le regole di ammissione. Già da allora chi punta alla A saprà che dovrà mettersi in regola. Se non ci si dovesse riuscire, per me non sale in A. Quello che accadrà poi, e le conseguenze, lo decideremo nel C.F.: se tutti, federazione e leghe, dovessero essere d'accordo, è chiaro che giocheranno solo quelli che rispondono a questi requisiti: 12,14 o 16 squadre, lo vedremo. Queste regole studieremo se potremo applicarle già nel 2021-22 o nel 2022-23. Io ho espresso quello che penso, ma è chiaro che deve andar bene a tutti i membri della Lega"

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