In campionato la Virtus non vinceva in trasferta dall’ultima di andata, il successo a Varese che valse le Final Eight. Era il 14 gennaio, più di due mesi fa.
Dopo tre sconfitte in fila ieri è arrivato di nuovo un sorriso, preziosissimo nella lotta playoff.
E’ stata la seconda partita con Sasha Djordjevic in panchina, e di sicuro qualcosa è cambiato. Dalle scelte di turnover (fuori Chalmers, per proteggerlo e nessuno se lo sarebbe aspettato), al quintetto con Martin e Baldi Rossi, all’intensità difensiva ancora una volta di alto livello, almeno per buona parte della partita: 58 punti subiti mercoledì, 64 ieri. 27-11 nel primo quarto, e partita praticamente già chiusa dopo il primo quarto. Poi c'è stato un periodo di blackout e Torino è tornata a -5, è vero, ma la Virtus ha sempre trovato la cosa giusta da fare, con Taylor prima e Aradori poi, e lavorando in attacco con pazienza, cercando sempre l’uomo più libero. Di rischi veri - onestamente - non ne sono stati corsi. E il tutto, non va dimenticato, giocando il secondo tempo senza Punter, fermato da un calo di zuccheri. Torino dal canto suo si è confermata squadra con grossi problemi - tecnici e non solo - e la Segafredo è stata brava ad accentuarli.
Insomma, per la seconda volta in fila è andato tutto bene. E non era scontato, anzi.
In classifica, la Virtus sale al nono posto con 22 punti (11 vittorie e 11 sconfitte), agganciando e superando Trieste. I playoff distano due punti, e tutti sperano - da coach Djordjevic in poi - che la risalita sia appena iniziata.

(foto Virtus Pallacanestro)

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