IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-PIACENZA
E alla fine vanno bene anche giornate come queste, senza particolari patemi, senza bisogno di aspettare artigianali instant replay per interpretare le azioni finali. La Fortitudo vince con Piacenza di collettivo, senza esagerare, senza brillare da farsi spellare le mani dagli applausi ma andando di ordinaria amministrazione sapendo che, in questo campionato, di scontato e ordinario non è che ci sia molto. Giocandosela sulla pressione a metà campo, e sapendo che le opportunità sono talmente tante da non preoccuparsi se, poi, nessuno (Gandini a parte, per meriti agonistici) eccelle a livello di cifre. Tutto bene finchè va, in attesa di capire cosa ne saranno delle trattative per Cinciarini o chi per lui.
Anche perché le rotazioni sono tante, e ogni domenica qualcuno che resta in disparte c’è: ieri si è vista la riesumazione di Raucci, minuti in più da Italiano, e dato che la somma totale deve fare comunque 200, chi ne ha risentito è stato Montano, e non è la prima volta. Che ci possa essere meno indulgenza verso qualche suo errore, che sia un momento fisicamente no, quel che è, l’importante sarà cercare di tenere tutti sulla corda, magari ricordando che posto ce ne sarà per tutti. Chiaro, comunque, che farlo dopo una vittoria è più facile rispetto ad una sconfitta. Banale, ovvio, ma è così. E ora Recanati, gara non scontata. Se poi saranno questi undici/dodici (il coach continua a ricordare che anche Costanzelli verrà buono) o ce ne sarà uno nuovo, lo scopriremo a breve.
Shine on you crazy diamond - Bene un po’ tutti, con l’eccellente lavoro sulle palle vaganti che, almeno all’inizio, ha fatto capire che la testa era presente. Cinque in doppia cifra, nessuno oltre i 14 di Legion, distribuzione certosina.
Another brick in the wall - Resta sempre una blanda idea che non ci sia mai la voglia di dare davvero la mazzata finale (15 perse), e che la mentalità assassina non faccia parte di questa squadra. A volte eccessiva, più che nello specchiarsi, nello sperare di non dover andare oltre negli sforzi e nelle paure.
(foto di Fabio Pozzati)