Dieci giornate di campionato, record pari di 5-5 e unica asimmetria nel conto delle partite giocate ufficialmente in casa (6) rispetto a quelle in trasferta (4), cosa che rende il bilancio, se vogliamo usare un qualcosa di simile alla media inglese, leggermente in negativo. Sei più, dice Boniciolli nel suo vagar notturno a domandarsi cosa sarebbe potuto essere se eccetera, e magari qualche detrattore del coach potrebbe far notare altre cose. Come ad esempio, il fatto che una squadra che ha il futuro play della Nazionale (che domenica ci sarà, pur con le dita fasciate), l'erede del Meo Sacchetti giocatore e un possibile fisico da Olympiacos tra gli altri, navighi per ora a metà classifica in A2. Ci può stare, andando comunque a considerare la dialettica spesso fatta di iperboli come ama utilizzare Boniciolli, anche se forse le sue disquisizioni andrebbero lette in altro modo, ovvero il come mai giocatori che alla prima chiamata da un po' più in alto di dove erano prima abbiano risposto subito presente (Italiano e Raucci, in primis) fossero, appunto, quasi sperduti nel limbo delle minors. Non che Italiano possa vincere un campionato europeo a Nantes, sia chiaro. Però, se si volesse far luce sui tanti giocatori che sedimentano in B2, magari ci si accorgerebbe che tutto 'sto disastro nel mondo della palla al cesto non c'è, e che come fondamentali tanti nostri virgulti si intascherebbero gli atletissimi stranieri della serie A, bravi a saltare ma spesso inebetiti quando c'è da far qualcosa che non sia il semplice mostrare i muscoli.

Comunque sia, la squadra ad un terzo del cammin (regular) di nostra vita ha dimostrato che le sue potenzialità sono molto simili - anche perchè il roster di fatto è praticamente immutato - a quelle della passata stagione: difesa a tutto campo che in casa porta all'asfissia le avversarie, attacco che va di conseguenza, primi tempi forse fatti a mò di osservazione della preda prima di capire quando andare ad attaccarla. Nessun uomo utilizzato come approdo assoluto, la solita possibilità di ruotare responsabilità e momenti di gloria, e l'impressione che il Paladozza faccia catenaccio, sul parquet, tanto quanto i singoli. Il problema, come chiaro, è la trasferta: quattro sconfitte su quattro, due batoste e due pareggi, e l'inevitabile impressione che non si possa esportare ciò che è decisivo in Azzarita. Intanto però va considerata una cosa, ovvero che nelle prossime cinque gare la Fortitudo incontrerà solo squadre che attualmente le stanno dietro in classifica, a parte Ferrara che le è appaiata. Sarà quindi anche da valutare quale sarà l'impatto biancoblu con avversarie che, sulla carta, sono più abbordabili di svariate tra quelle finora incontrate. Non dimenticando che la peggior scoppola arrivò contro chi, oggi, è ultimo.

Treviglio, quindi. Realtà ormai sedimentata da un bel po’ in quella che prima si chiamava B1, poi tutto il resto che è venuto, e che la Fortitudo ha già incontrato nel suo passaggio del 2009-10, quando in terra bergamasca servì un supplementare e discrete magate in serie per portare a casa la vittoria. Quest’anno la Blu Basket ha continuato per la sua strada di roster giovanissimo (la scorsa stagione erano previste grandi sofferenze, invece le cose andarono ben oltre le più rosee aspettative, con quarto posto in regular), e per ora la classifica sta un po’ patendo, anche per il fatto che Treviglio ha giocato 4 gare soltanto su 10 in casa, facendo 2-2, mentre fuori casa si viaggia di 1-5. Molto della squadra di Vertemati gira attorno alla coppia di stranieri non americana Sorokas-Klyzlink (per la gioia dei dattilografi), lituano il primo e ceco il secondo, che possono spaziare dal ruolo di 2 in poi, e che per ora fatturano in società 26+13. Gli unici figli degli anni ’80 sono l’eterno lungo Emanuele Rossi, ancora 10+9 per sera, e il regista Tommaso Marino, mentre è normale che ci sia curiosità per i 203 centimetri di Matteo Chillo, scuola Fortitudo prima che i disastri degli ultimi anni lo costringessero a cercar fortuna altrove. Per lui, classe 1993, finora 5+4 a sera.

Si gioca a Treviglio, domenica, ore 18.

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