Non c'è mai un modo perfetto per separarsi, e i due comunicati di ieri, Fortitudo da un lato e Dalmonte poi, lo dimostrano: i primi a scrivere di decisione sofferta, l'altro a far capire che il modo ancor l'offende, come diceva il Sommo. Ma che non ci fosse poi tutta questa voglia di andare avanti lo si era intuito, tra uno a dire vorrei restare e gli altri, a mo' di Pina Fantozzi, a rispondere ti stimo moltissimo senza andare oltre. Tutto legittimo, senza parteggiare nè per la società nè per l'allenatore. Certo, il precedente dell'anno scorso, quando si lasciò la via certa per i sogni, non fa ben sperare, ma non vuol dire nulla.

Eccolo qui, quindi, il ritorno di Repesa (con corposo contratto quadriennale, anche se ci saranno uscite), che sarà psicologicamente uno choc per tutti: lui che torna in una realtà che non ha i miliardi di Seragnoli, e il pubblico - sperando ci possa essere - che non potrà chiedere finali scudetto a chi era stato capace di ottenerle tutti gli anni. Divorziando da Pesaro, dove non l'hanno presa benissimo (l'edizione locale del Carlino parla di tradimento), Repesa ora dovrà mettere le mani sulla squadra, valutando contratti in essere e in divenire. I giornali bolognesi convergono nell'ipotizzare una permanenza di Mancinelli, anche solo per permettergli un saluto al basket giocato con gente sugli spalti, oltre ovviamente al prolungamento del contratto di Aradori. Da definire la posizione di Banks, mentre per il Carlino, non ci dovrebbe essere spazio nè per Totè (4 punti di media in 3 partite, di cui due vinte, a Bilbao) nè per uno tra Fantinelli e Baldasso.

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92