Partitona esaltante, per 27’, con squadre che giocano a chi segna di più e spettacolo non certo da A2. Poi, di punto in bianco, Bologna si zittisce, prende un break di 21-0 (ventuno a zero), preferendo in molti casi stare ad impazzire in brontolii e cose simili, dimenticando che c’è una partita da giocare e, una serie, ancora tutta da giocare. C’è l’esordio di Cinciarini, ma c’è soprattutto una difesa mai realmente pervenuta, con Agrigento che ha fatto canestro fin da subito, e non ha mai smesso di farlo. Cosa che, invece, i biancoblu (con l’esordio della nuova maglia da trasferta), ad un certo punto hanno smesso di fare. Così è, se vi pare, diceva un soggetto che ad Agrigento conoscono bene, e non solo là.

Clima caldo più per l’ambiente estivo che non per conseguenze di canotti galeotti e simili, e Fortitudo (d’ora in poi, capirete, per “Fortitudo” si intende quella bolognese…) che dopo un buon impatto (7-1) fatica soprattutto dietro, a gestire le esuberanze di Evangelisti prima e Buford poi. Gli arbitri per non saper né leggere né scrivere fischiano qualsiasi cosa, e l’andirivieni di giocatori dalla panchina alla lunetta e viceversa permette a Bologna di rientrare da un -6 (20-14) dell’ottavo fino alla parità del 10’ a quota 20, siglata da un coast to coast di un fino a questo momento silente Cinciarini.

Serve preservare i big, e sia Boniciolli che Ciani tengono lungamente in panca i loro mori. E allora spazio agli italici, che si divertono e fanno divertire segnando e girano palla alla grandissima. La Fortitudo trova da un po’ tutti e soffre qualche persa di troppo figlia, per forza di cose, di poca conoscenza tra alcuni soggetti. Agrigento fa sempre canestro, ex Piazza a parte, e il punteggio si alza in modo imprevisto alla vigilia: ogni tiro è un canestro, e il 48 pari di fine tempo spiega più di qualsiasi altra sillaba quanto visto.

Si continua a giocare e segnare a ritmi forsennati, con specularità nel modo di trovare bottino in area così come da fuori, ma con Agrigento che mantiene una maggiore continuità. Sbagliando anche robe atroci (un possibile +7 evaporato da appoggio di Chiarastella finito in mare), ma sfruttando sempre e comunque qualche errore difensivo bolognese. Boniciolli trova attacchi sempre più estemporanei, e alla fine i padroni di casa provano la sgommata, con Buford a fare il 74-66 di fine terzo quarto.

Poi, è solo collasso e nervosismo, con Bologna che non ci prova nemmeno più, a ragionare in attacco, e dietro le storie tese tra Italiano e Buford esaltano l’americano che diventa leader di un break al limite dell’infinito. Così, dopo sei minuti di silenzio, quando Campogrande rimette punti in cascina di là siamo già ai festeggiamenti, 90-66, e garbage time dove c’è spazio per Costanzelli, e per evitare ulteriori disastri. Si ricomincia mercoledì, ma con tante teste che dovranno essere riavvitate.


(Foto di Fabio Pozzati)

VIRTUS - CASALE, GLI HIGHLIGHTS
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91