Primo atto della Carisbo Cup, insalatiera a cui forse la Davis chiederà i diritti d’autore, che va alla Fortitudo, brava a chiudere gli spifferi difensivi al momento buono, e a volare sulle ali di un Belinelli che nell’ultimo quarto riscatta una prova fino a quel momento abbastanza sbilenca. Con le squadre che ruotano tanto, soprattutto per imparare a conoscersi – e la Fortitudo, lunghissima, lascia in NE Rombaldoni e Fultz -, sono gli esterni F e i lunghi V a farla da padrona, mentre svariati giocatori (da Shumpert a Best) sembrano ancora indietro. Per quel che conta, intanto, segnarsi il divario: +9, dato che si viaggerà di doppio confronto.



Cui prodest, verrebbe da dire davanti al derby probabilmente meno bigliettato della storia, con ampi spazi vuoti ed un boicottaggio dei gruppi organizzati V a renderne ancora meno succoso il confronto dialettico rispetto a tempi ben più importanti. Ci vuole la carica di Michele Forino, al microfono, per scaldare la platea mentre svela il nome del nuovo capitano biancoblu: a sorpresa, le urne hanno dato il nome di Vasco Evtimov, a fronteggiare il nuovo capitano bianconero Dusan Vukcevic.



Con assenti Di Bella e Bluthenthal, delle squadre finora costruite, la prima sgommata è targata V, con Blizzard e Michelori a punire dall’arco una Climamio che solo nei minuti successivi, trainata da un infallibile Cavaliero, entra in partita. Frates non è Dan Peterson, fisicamente parlando, ma sembra comunque un figurino dopo anni di abitudine alla sagomona repesiana, e il suo primo segnale lo si nota in un battibecco con l’ineffabile Facchini mentre cerca di catechizzare Edney sul cubo dei cambi. Markovski intanto si gode i positivi effluvi difensivi di Bonfiglio, le piroette di Lang, denuda Davison e Vukcevic, e riesce a chiudere avanti il primo quarto, dopo il duodecimo punto di Cavaliero, grazie a due liberi di Drejer. 19-21 alla prima sirena.



A scaldare gli animi è un infortunio alla caviglia sinistra di Mancinelli, evidentemente poco avvezzo agli esordi casalinghi dopo la bua dello scorso anno in Supercoppa, e qualche coro non proprio amichevole in arrivo dallo sparuto gruppo di tifosi ospiti. Intanto salgono in cattedra Vukcevic (tre triple) e la coppia Evtimov-Edney, di una partita che viaggia su binari di parità con leggera supremazia Virtus a sfruttare una difesa F ancora in stato embrionale. E, quando l’attacco Fortitudo si pianta davanti alla maggior fisicità Vidivici, arriva il minibreak e il 35-39 di fine tempo.



Tra una veronica imbalzata di Edney e i cesti di Lang, la Virtus prende un minivantaggio di 8 punti, che potrebbe anche allargarsi se non fosse buttata alle ortiche qualche caramella sotto canestro: la Fortitudo ha poco da un acciaccato Belinelli, e troppi errori di un Ress comunque molto cercato dai compagni. Best è più falloso che altro, e l’ingresso di Hamann offre nuova linfa alla F, che chiude la difesa e rimette il naso avanti 52-49 con la prima tripla del Beli. Dura un attimo: gioco da 3 punti di Michelori, e 52-52 al 30’.



E’ l’asse Hamann-Thomas, a rullare i pariruolo Blizzard e Crosariol, a dare di break nei primi minuti dell’ultimo quarto, fin sul 59-52. A Markovski resta il solo Lang a fronteggiare una breve esplosione ormonale di Belinelli, e a non chiudere una partita che sul 69-61 pareva già instradata sui binari della F: Vasco Evtimov gigioneggia troppo, prima di subire un antisportivo Cain’s style dal fratello Ilian che fa rifiatare una Climamio tornata a solo un punto di vantaggio. Prese poi le misure su Lang, ci sono infine i numeri di Belinelli e di Edney a chiuderla, per ora. 77-68, secondo atto, fra 48 ore al Palamalaguti.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91