DOPOPARTITA CASERTA - VIRTUS. LA LOTTA PER LA SALVEZZA
Con questo carattere ci salveremo, ha detto Giorgio Valli a fine partita. Bisogna sperarlo, ma purtroppo nei finali convulsi - soprattutto in trasferta - la differenza la fa spesso il talento dei singoli. La Virtus invece nell’ultimo minuto ha avuto un’infrazione di passi di Allan Ray, anzi della sua brutta copia attuale: dopo l’operazione non ci si poteva aspettare di più, anche se magari non farlo giocare da play ma nel suo ruolo naturale di guardia aiuterebbe a fargli ritrovare confidenza più in fretta. Poi c'è stata una dormita difensiva per il canestro e fallo dell’ex Gaddefors, e un’ultima azione disegnata malissimo dopo il timeout: la palla che è finita al povero Vitali in angolo, il quale ha dovuto forzare un tiro finendo stoppato. Per vincere sarebbe bastato il classico centesimo in più, ma purtroppo ormai di centesimi mancanti in trasferta la Virtus ne ha accumulati tanti, troppi perchè sia un caso.
Purtroppo per salvarsi non si vive di sola difesa, ma serve anche chi fa canestro oltre gli schemi. Ad esempio Ryan Boatright, che a Varese ha messo il tiro della vittoria per Capo D’Orlando. Ad esempio Austin Daye, che ne ha messi 21 nella vittoria di Pesaro contro la brutta copia di Reggio Emilia: e anche avere la fortuna di trovare un avversario decimato e vincere comodamente una partita altrimenti proibitiva è qualcosa che alla fine potrebbe fare differenza. Capo D’Orlando e Pesaro - pur sconfitta martedì a Bologna - a oggi paiono stare meglio della Virtus. Chi sta peggio o perlomeno uguale? Di sicuro Torino, fanalino di coda solitario, che però col redivivo Dyson ed Eyenga potrebbe fare il salto di qualità, e di sicuro anche Varese, definitivamente risucchiata nella lotta salvezza con la quarta sconfitta consecutiva. Oltretutto la squadra di Moretti e Arrigoni ha finito i tesseramenti, e sarà questa fino alla fine. Sia Torino che Varese dovranno venire alla Unipol Arena, e la Virtus dovrà ribaltare rispettivamente un -5 e un -7.
Cosa fare ora? Adesso c’è la pausa per le Final Eight di Coppa Italia, prima di due partite sulla carta impossibili (Milano e Sassari) e della sfida decisiva con Varese. Se si vuole intervenire il momento migliore è questo, dato che domenica prossima non si gioca.
Si potrebbe cambiare un coach che - tra le altre cose - non vince in trasferta da un anno abbondante e 19 partite, sperando in quella famosa scossa che di solito arriva dopo un cambio in panchina. Va detto però che il mercato allenatori a oggi non offre molto. C’è Luca Dalmonte, c’è Zare Markovski, e praticamente nient’altro, a meno che non si decida per la soluzione interna con la promozione di Daniele Cavicchi.
Oppure si potrebbe provare a rinforzare il roster: di tesseramenti a disposizione ce ne sono, ma i visti sono finiti, c’è Fells da piazzare (o pagare) e comunque non ci si può muovere dal 5+5, salvo bagno di sangue economico passando al 3+4+5, cosa che ad esempio ha fatto Torino.
In ogni caso i termini per inserire nuovi giocatori sono fine febbraio per gli scambi interni alla serie A, e fine marzo per quelli con la A2. Eventuali innesti da campionati esteri potranno essere fatti fino alla fine, invece.
La salvezza va ottenuta a qualsiasi costo, per vari motivi. Con le regole attuali, e una sola promozione confermata anche per l’anno prossimo, risalire potrebbe diventare davvero problematico; inoltre avere la squadra in A2 non sarebbe di certo il miglior viatico per attirare investitori, cosa che la Fondazione sta cercando di fare. Infine la Virtus non è mai retrocessa sul campo, e non sarebbe il caso che tanti imprenditori di altissimo livello leghino il proprio nome a un’onta del genere. Quindi è il caso che la Fondazione - rappresentata da Pietro Basciano - supporti la società (CDA e Sandro Crovetti) e insieme si decida cosa fare, aprendo se necessario i cordoni della borsa.
(foto Filauro)
Purtroppo per salvarsi non si vive di sola difesa, ma serve anche chi fa canestro oltre gli schemi. Ad esempio Ryan Boatright, che a Varese ha messo il tiro della vittoria per Capo D’Orlando. Ad esempio Austin Daye, che ne ha messi 21 nella vittoria di Pesaro contro la brutta copia di Reggio Emilia: e anche avere la fortuna di trovare un avversario decimato e vincere comodamente una partita altrimenti proibitiva è qualcosa che alla fine potrebbe fare differenza. Capo D’Orlando e Pesaro - pur sconfitta martedì a Bologna - a oggi paiono stare meglio della Virtus. Chi sta peggio o perlomeno uguale? Di sicuro Torino, fanalino di coda solitario, che però col redivivo Dyson ed Eyenga potrebbe fare il salto di qualità, e di sicuro anche Varese, definitivamente risucchiata nella lotta salvezza con la quarta sconfitta consecutiva. Oltretutto la squadra di Moretti e Arrigoni ha finito i tesseramenti, e sarà questa fino alla fine. Sia Torino che Varese dovranno venire alla Unipol Arena, e la Virtus dovrà ribaltare rispettivamente un -5 e un -7.
Cosa fare ora? Adesso c’è la pausa per le Final Eight di Coppa Italia, prima di due partite sulla carta impossibili (Milano e Sassari) e della sfida decisiva con Varese. Se si vuole intervenire il momento migliore è questo, dato che domenica prossima non si gioca.
Si potrebbe cambiare un coach che - tra le altre cose - non vince in trasferta da un anno abbondante e 19 partite, sperando in quella famosa scossa che di solito arriva dopo un cambio in panchina. Va detto però che il mercato allenatori a oggi non offre molto. C’è Luca Dalmonte, c’è Zare Markovski, e praticamente nient’altro, a meno che non si decida per la soluzione interna con la promozione di Daniele Cavicchi.
Oppure si potrebbe provare a rinforzare il roster: di tesseramenti a disposizione ce ne sono, ma i visti sono finiti, c’è Fells da piazzare (o pagare) e comunque non ci si può muovere dal 5+5, salvo bagno di sangue economico passando al 3+4+5, cosa che ad esempio ha fatto Torino.
In ogni caso i termini per inserire nuovi giocatori sono fine febbraio per gli scambi interni alla serie A, e fine marzo per quelli con la A2. Eventuali innesti da campionati esteri potranno essere fatti fino alla fine, invece.
La salvezza va ottenuta a qualsiasi costo, per vari motivi. Con le regole attuali, e una sola promozione confermata anche per l’anno prossimo, risalire potrebbe diventare davvero problematico; inoltre avere la squadra in A2 non sarebbe di certo il miglior viatico per attirare investitori, cosa che la Fondazione sta cercando di fare. Infine la Virtus non è mai retrocessa sul campo, e non sarebbe il caso che tanti imprenditori di altissimo livello leghino il proprio nome a un’onta del genere. Quindi è il caso che la Fondazione - rappresentata da Pietro Basciano - supporti la società (CDA e Sandro Crovetti) e insieme si decida cosa fare, aprendo se necessario i cordoni della borsa.
(foto Filauro)