L'ex Fortitudo Matteo Montano è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Martino è un bravo allenatore e una persona equilibrata, quindi un coach con un carattere diverso rispetto a chi allenava quando c'ero io in Fortitudo. E' il profilo che può servire alla piazza dell'Aquila e, per me, può far bene. Anzi, deve per forza far bene: in un campionato con tre promozioni la Fortitudo, con il mercato che ha fatto, deve salire per forza.
Dispiaciuto che Martino non mi abbia portato in Fortitudo? Le due cose non sono legate. L'allenatore ha la sua squadra in mente e in Fortitudo c'erano già dei giocatori. Poi è ovvio che, come ho sempre detto, mi piacerebbe ritornare in biancoblù, ma probabilmente non è ancora il momento. Credo di avere bisogno di farmi le mie esperienze e vedere altre realtà. Ora sono contento di essere a Ravenna. Con l'arrivo di Mazzon in panchina e di Trovato come direttore generale il club ha fatto un importante salto di qualità.
Cosa è mancato alla Fortitudo per salire in A? C'è stata troppa confusione. In campo era evidente: bastava guardare come giocava. In un campionato difficile con una sola promozione per trentadue partecipanti è necessario avere una squadra con un'identità ben definita.
Quest'anno la Fortitudo è la grande favorita? E' la squadra da battere. E' stato allestito un roster equilibrato con giocatori di talento e di esperienza e con caratteristiche perfettamente complementari e utili alla causa. Sulla carta non ha rivali.

(Foto di Fabio Pozzati)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91