Vincere ma non convincere, ma alla fine quel che conta è vincere. Non è la miglior Fortitudo possibile, ed è chiaro che qui si sta cercando di ricostruire il quaderno ad anelle provando a mettere le pagine al posto giusto, ma finita -12, con svariati ferri altrui per il possibile 15, Bologna poteva pensare di essere tutta sbagliata e che ci fosse tanta voglia del gong finale a chiudere la raffica di sberle prese. Invece è andata diversamente, utilizzando tutto l’utilizzabile: un tecnico molto alla Dan Peterson di Boniciolli (che stavolta il non è mai finita se lo potrà dire a favore), il Paladozza, la fine dell’ossigeno romagnoli. Tanta roba, indispensabile per girarla. E alla fine è giusto l’abbraccio di un pubblico che non si è mai dato per perso, e sono curiosi, poi, i giri mentali del genere umano. Con chi a metà partita riteneva il coach un “panzone sloveno” da cacciare, e chi alla fine, invece, lo ha applaudito. Diversi i mittenti dei commenti, sia chiaro, ma così si capisce come tutto sia poi, clamorosamente, relativo.

Poi è ovvio che la squadra abbia tanto da aggiustare. E l’impressione è che qui ce ne siano troppi, a volte, e che sia bello il gioco del non lasciare punti di riferimento agli avversari, ma a volte il problema sembra ritorcersi contro la Effe stessa, ovvero il non capire al volo chi è in palla e chi no, e il tempo che si perde nel riuscire ad attivarsi: Legion ieri non ci è riuscito, Cinciarini alla fine sì, Mancinelli alla fine molto sì. Ci sono le volte in cui la cosa va bene, perché si possono prendere avversari più corti per sfinimento, e altre volte in cui, al contrario, si può fare come il classico asino di Buridano. Ieri è andata bene la prima ipotesi, e la panca lunga si è dimostrata un plus valore. Ora servirà tempo per mettere tutto in chiaro, ed evitare lungaggini all’interno delle partite. Domenica poi c’è Montegranaro, con qualcuno che vorrà mettersi in mostra: ci si divertirà.


Just can’t get enough - Mancinelli ormai classico nelle sue triple ammazza partita. Gandini, che in un attimo passa dal possibile parterre ad essere l’eroe finale. Lo stesso coach, il cui tecnico è sembrato molto in stile Dan Peterson, come detto: un pensiero al Nano e alle sue nozze?

It’s no good - La fatica davanti, specie degli USA. La fatica dietro, di un po’ tutti. Qui c’è tanta roba, e il problema sarà fare bene senza scontentare nessuno.

(foto Fortitudo Pallacanestro 103)

IL DOPOPARTITA DI CANTU' - VIRTUS
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91