FORTITUDO - ROSETO, IL PREPARTITA
Standing on the shoulder of giants, si dice quando si deve avere l'umiltà di capire che c'è chi è meglio di te. Così, per una volta, partiamo da un commento dell'Infinito Jack Bonora sulle problematiche, a parer suo, della Fortitudo. Boniciolli a giugno ha fatto come quello che, preso picche da una ventenne al Pineta, si è buttato sulle milfone leopardate delle Cupole ha pontificato il Nostro, spiegando quello che può essere successo a fine campionato scorso: ritenutosi tradito dai giovani, il coach è passato in un attimo dalla pediatria alla geriatria, forse troppo in fretta. Ci scusi Jack, ma la cosa è vera in parte, perchè chiudere la squadra in tempi brevi era successo anche negli anni precedenti, e tutto era andato bene. E perchè, alla fine, tra le "milfone" c'erano anche Amici e Pini, che non saranno infanti ma, nemmeno, antiquati. E tanti over 30, Cincia e Mancinelli in primis, qui già c'erano.
Il problema, forse, non sta nell'anagrafe nè in altre cose. Il problema (perchè nel momento in cui il coach dice che c'è, allora c'è) è che qui ce ne sono troppi. E non conta che siano esperti, o anche solo ben disposti a mettersi in ballo per il bene comune. Deresponsabilizzazione, si è detto: avere giocatori che, non dovendo fare da prima punta, possono non avere ben chiaro il proprio ruolo, faticando a trovare equilibrio tra natura da protagonista e richiesta da gregariato. O l'impressione di non avere l'obbligo di dover capire cosa fare, perchè nessuno è indispensabile, e non si può perdere tempo a studiare le istruzioni delle singole gare. Ecco spiegato, forse, il ritardo nell'entrare in partita, la capacità successiva di rimettersi in strada, e la non sempre certa riuscita delle faccende: a volte i disastri sono stati aggiustati (Imola e Forlì), altri no.
Infine, è normale che oggi ci siano tante voci di mercato, vere o presunte, a titolo informativo o credibili. Perchè qualcuno può non essere soddisfatto, perchè qualche altra squadra può semplicemente domandare non è che per caso abbiate qualcuno di insoddisfatto?, perchè qualche altro è normale che sia messo in discussione e, quindi, in ipotesi di richiesta alternative. Non il modo migliore per lavorare, si potrebbe dire, ma una squadra esperta dovrebbe sapere che così vanno le cose, senza se e senza ma.
Roseto, quindi. Brusco risveglio dopo la stagione scorsa, passata comunque sopra quelli che erano i livelli previsti, e nuova annata iniziata con raffica di sconfitte (8) e tanto di appello dell’ex Robert Fultz per incoraggiare gli Sharks. Poi qualcosa si è mosso, sono arrivati due gol interni, in attesa del primo successo esterno che, invece, ancora latita. A cambiare direzione è stato l’arrivo di Matt Carlino, regista italo americano che ha preso il posto dell’acerbo Combs: 24 di media, 57% da 3 punti, e tutto per essere una discreta gatta da pelare per chi, oggi, sugli esterni altrui fatica e non poco. Sotto canestro ci prova il nigeriano Ogide (10+7), mentre per il resto attenzione in area anche a Infante e Lupusor, ma soprattutto ad una squadra che ha voglia di riscattarsi, ora che le carte in tavola sono un po’ cambiate rispetto agli iniziali rovesci.
Al PalaDozza si gioca domani alle 20.30, con diretta TRC e LNP TV Pass.
(Foto di Fabio Pozzati/ Fortitudo Pallacanestro Bologna)
Il problema, forse, non sta nell'anagrafe nè in altre cose. Il problema (perchè nel momento in cui il coach dice che c'è, allora c'è) è che qui ce ne sono troppi. E non conta che siano esperti, o anche solo ben disposti a mettersi in ballo per il bene comune. Deresponsabilizzazione, si è detto: avere giocatori che, non dovendo fare da prima punta, possono non avere ben chiaro il proprio ruolo, faticando a trovare equilibrio tra natura da protagonista e richiesta da gregariato. O l'impressione di non avere l'obbligo di dover capire cosa fare, perchè nessuno è indispensabile, e non si può perdere tempo a studiare le istruzioni delle singole gare. Ecco spiegato, forse, il ritardo nell'entrare in partita, la capacità successiva di rimettersi in strada, e la non sempre certa riuscita delle faccende: a volte i disastri sono stati aggiustati (Imola e Forlì), altri no.
Infine, è normale che oggi ci siano tante voci di mercato, vere o presunte, a titolo informativo o credibili. Perchè qualcuno può non essere soddisfatto, perchè qualche altra squadra può semplicemente domandare non è che per caso abbiate qualcuno di insoddisfatto?, perchè qualche altro è normale che sia messo in discussione e, quindi, in ipotesi di richiesta alternative. Non il modo migliore per lavorare, si potrebbe dire, ma una squadra esperta dovrebbe sapere che così vanno le cose, senza se e senza ma.
Roseto, quindi. Brusco risveglio dopo la stagione scorsa, passata comunque sopra quelli che erano i livelli previsti, e nuova annata iniziata con raffica di sconfitte (8) e tanto di appello dell’ex Robert Fultz per incoraggiare gli Sharks. Poi qualcosa si è mosso, sono arrivati due gol interni, in attesa del primo successo esterno che, invece, ancora latita. A cambiare direzione è stato l’arrivo di Matt Carlino, regista italo americano che ha preso il posto dell’acerbo Combs: 24 di media, 57% da 3 punti, e tutto per essere una discreta gatta da pelare per chi, oggi, sugli esterni altrui fatica e non poco. Sotto canestro ci prova il nigeriano Ogide (10+7), mentre per il resto attenzione in area anche a Infante e Lupusor, ma soprattutto ad una squadra che ha voglia di riscattarsi, ora che le carte in tavola sono un po’ cambiate rispetto agli iniziali rovesci.
Al PalaDozza si gioca domani alle 20.30, con diretta TRC e LNP TV Pass.
(Foto di Fabio Pozzati/ Fortitudo Pallacanestro Bologna)