LAVOROPIU’ BOLOGNA

Venuto - voto 6,5 – (7pti, -, 2/2, 1/3) – Tiene botta, una palla di qua, una di là, senza sporcarsi le mani e senza sporcare per terra.
Hasbrouck - voto 5,5 – (10pti, 1/2, 3/6, 1/6) - Sembra andare di inerzia, con anche qualche forzatura non consona. E vabbè, se non fosse abbronzato (cit.) lo vedremmo paonazzo dalla stanchezza.
Rosselli - voto 7 – (12pti, 3/3, 3/8, 1/4) – A tratti fin troppa grinta vista la situazione, 7 rimbalzi e 6 assist.
Leunen - voto 7 – (14pti, 1/2, 2/3, 3/6) – Alla lunga riesce anche a limitare Sims, senza nemmeno dare l’impressione di stancarsi.
Pini - voto NG – (0pti, -, 0/1, -) – Rientra dopo quasi un mese: qualche minuto, qualche rimbalzo, stop.
Cinciarini - voto 6,5 – (13pti, 6/7, 2/6, 1/2) – Si butta alla ricerca di falli, ne trova, mette liberi, dai la cera, togli la cera.
Delfino - voto 7 – (16pti, 3/4, 2/7, 3/4) – Era in campo 16 anni fa in quella famosa gara partendo da 8-31, oggi va e viene al tiro ma sfrutta l’occasione per altri 30’ di gioco e di carburante.
Mancinelli - voto 9 – (5pti, 1/1, 2/7, 0/1) - A prescindere (ogni promessa è debito). Per il resto, lo fanno arrabbiare dopo un cesto valido non convalidato, e gli arbitri dimostrano poco rispetto per la terza età.


VIRTUS ROMA

Moore - voto 5 – (6pti, -, 0/3, 2/10) - Qualche numerone, ma pare essere fumo senza arrosto, come da dettami di Peter Tosh.
Prandin - voto 6 – (4pti, 2/2, 1/3, -) – Quel che deve lo fa.
Sandri - voto 6,5 – (12pti, 0/1, 3/4, 2/4) – Mano fortunata, mette quel che deve.
Landi - voto 6 – (5pti, -, 1/5, 1/5) – 11 rimbalzi, mentre in attacco fatica a capire dove andare a sbattere.
Sims - voto 7,5 – (20ti, 4/4, 8/13, 0/1) – Bell’uccellone, come si suol dire. Anche 12 rimbalzi e 6 assist.
Chessa - voto 5,5 – (3pti, -, -, 1/2) – Una tripla, poi troppa perifericità.
Baldasso - voto 6 – (6pti, 3/5, 0/1, 1/5) – Qualche spreco, qualche passaggio.
Santiangeli - voto 6 – (10pti, 2/3, 1/2, 2/6) – Va e viene.
Alibegovic - voto 6,5 – (11pti, -, 4/7, 1/2) – Cresce alla distanza.




VERBA MANENT

Martino - Personalmente sono contento per quello che abbiamo fatto, perchè siamo arrivati qui con tantissimi problemi. Non è stata una gara facile, ma lo si poteva immaginare: si sono affrontate squadre che hanno già raggiunto i loro obiettivi, e non è semplice anche se ci si gioca un titolo. Ne è uscita una partita con tanti errori e alti e bassi, e il risultato ci sta. Era quello che volevamo, tornare a casa con un risultato positivo in previsione di un ritorno dove speriamo di recuperare Fantinelli. La stagione? Forse c’è stato un attimo di paura dopo la sconfitta casalinga con Montegranaro, con le due triple di Corbett: ci sarebbe potuto essere un contraccolpo, in un momento intenso con anche l’infortunio di Cinciarini, ma alla fine vincendo a Ravenna siamo riusciti a riprendere il nostro percorso. La pressione a Bologna? E’ diversa, la gente vive di basket, lo percepisci ovunque: sapevo che per me era una occasione, sapevo che avevamo le possibilità per ottenere il nostro obiettivo e l’ottimo inizio ha facilitato il mio inserimento in una città che poteva avere giuste perplessità, specie dopo che con altri e validi allenatori non erano arrivati i risultati. Era da vedere se sarei riuscito a ripetere le buone cose di Ravenna, e le vittorie a Verona e Treviso hanno reso tutto più semplice. Ringrazio i ragazzi, siamo stati bravi, abbiamo fatto un percorso magari macchiato dalle sconfitte finali ma comunque pazzesco. Repesa? So che ha rilasciato diverse interviste facendomi complimenti, e sono contento: vincere non è mai scontato, bello aver ricevuto da lui parole importanti così come da altri capi allenatori con cui ho lavorato, vedi Calvani e Boniciolli. Il Palaeur? Non ti lascia indifferente, l’ultima che giocai qui fu nel giugno 2014 contro Siena. Mi ricorda tantissime cose belle, qualche brutto ricordo come le sconfitte con Biella e Siena, ma è sempre un piacere. E’ un palasport impegnativo, difficile da riempire e che non sempre riesce a dare la giusta spinta alla propria squadra, ma è sempre un grande fascino. Il futuro? Ora finiamo il campionato, poi inizieremo a programmare. Abbiamo giocato senza un vero centro? Lo scorso anno sconfissi tre volte la Fortitudo con l’idea di riempire l’area: quest’anno, con Rosselli e Mancinelli che potevano avvicinarsi a canestro, serviva qualcuno che aprisse il campo come Leunen. E lui, da professore, si è calato in questa categoria con intelligenza: un professionista esemplare, una delle chiavi della vittoria finale.
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