E finale sia, dunque. Dopo un’altra partita difficile ma molto concreta, la Virtus ha chiuso la serie 3-0, e l’ha fatto nella serata in cui alla Segafredo Arena sono tornati oltre 2000 tifosi bianconeri. La chiave ancora una volta è stata la difesa: per 15’ ondivaga, e non a caso si era finiti a -11, ma poi tornata aggressiva come nelle prime due partite della serie. E poi il dominio a rimbalzo, altra chiave di questa serie, con tante carambole prese dagli esterni bianconeri, dal ristabilito Weems, a Pajola, a Markovic.
E infine, non si può non parlare di Milos Teodosic, che ha “colorato il gioco”, per citare coach Djordjevic. L’asso serbo in questa serie è salito clamorosamente di colpi, viaggiando a 23 punti di media, tirando con oltre il 60% sia da due che da tre, e dando anche un notevole contributo difensivo. La Virtus in attacco ha fatto fatica e tirato male, anche per merito della difesa brindisina, e lui ha sempre risolto le situazioni difficili.

E quindi, la finale. Intanto, in bianconero non capitava dal 2007, l’anno di Zare Markovski, Best, Giovannoni e gli “happy hour”. Quindi non è esattamente cosa di tutti i giorni, nonostante le ambizioni e il budget. Poi, sarà Milano-Virtus, come da previsioni. Le due squadre più titolate, tornate in alto. Ma soprattutto quelle col budget più alto. Sarà il ripetersi di una sfida storica che in finale mancava dal 1984, l’anno della stella bianconera. Inutile dire che Milano, dopo la strepitosa Eurolega disputata e la vittoria netta con Venezia, parte con tutti i favori del pronostico. La Segafredo è lì per provare a ribaltarlo, il pronostico, anche se ovviamente non sarà affatto facile.

Serie al meglio delle 7, si parte con due partite a Milano, la prima sabato alle 20.45. La seconda lunedì: se non altro, il fatto che sia Milano che Virtus abbiano chiuso le proprie serie 3-0 ha evitato un doppio “back to back” anche in finale.

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