Il presidente della Fortitudo Christian Pavani è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport.
Un estratto delle sue parole.

"L'idea era quella di passare due ore insieme per ribadirci che la Fortitudo c'è e ci sarà, noi non chiudiamo, non molliamo e ripartiremo anche se ci attendono mesi difficili. È complicato parlare di sport in un momento come questo, ma avevamo voglia di stare insieme, di dirci che ci mancano le partite e il fatto di incontrarci tutti insieme al palazzo.
Porte chiuse fino a dicembre? Oggi non abbiamo una risposta in tal senso e non possiamo correre troppo avanti. Certo, le porte chiuse arrecherebbero un danno importante non solo economico, ma anche allo spettacolo. Lo sport è come un concerto: dal vivo è tutta un'altracosa. È anche vero però che mai avremmo immaginato di stare chiusi in casa per mesi, quindi la salute prima di tutto.
Una campagna abbonamenti? In genere a inizio luglio partivamo con la campagna abbonamenti. Al momento quella scadenza mi pare pura utopia. Impossibile, ad oggi, pianificare delle strategie. La ripartenza non dipende da noi, ma dalla medicina.
I tifosi non chiedono rimborsi? L'umore generale va in quella direzione. Gli abbonamenti sono una voce importante del nostro bilancio, ma siamo pronti a rimborsare chiunque lo chieda. Magari ci sono persone in difficoltà ed è giusto venire loro incontro. Abbiamo un rapporto speciale con i nostri tifosi, loro ci sono sempre stati anche nei momenti bui e l'attaccamento non si vede dal portafoglio. Il momento è difficile per tutti. Peraltro col progetto "Fortitudo per il sociale" abbiamo attivato la spesa solidale. Tramite le donazioni davanti ai supermercati, stiamo sostenendo venti famiglie in difficoltà"


(foto Fortitudo - Valentino Orsini)

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