E’ ai saluti la carriera di Brett Blizzard, guardia statunitense di passaporto italiano che abbiamo visto in svariate situazioni anche a Bologna.
Classe 1980, Brett venne portato in Italia da Siena e subito trasferito a Jesi, dove divenne parte fondamentale della squadra che eliminò l’allora FuturVirtus di Claudio Sabatini dai playoff di A2. E proprio con Claudio Sabatini che Blizzard ha avuto un rapporto di amore/odio: la finale scudetto del 2007, ma anche la paradossale stagione 2008-09, con i problemi di spazio che lo portarono ad una pittoresca conferenza stampa radiofonica, negli uffici del patron, con le sue parole intervallate da canzoni tipo Se mi lasci non vale e Champagne per brindare a un incontro. Blizzard tornò, poi ebbe un infortunio l’anno dopo che ne chiuse l’epoca virtussina, sancita il primo ottobre 2010 con una fuga e la riapparizione, mesi dopo, come commentatore televisivo negli States.

Blizzard non smise però di giocare: sarebbe riapparso nella Biancoblu nell’estate 2011 (non senza polemica da parte Virtus), sempre con Zare Markovski che lo aveva avuto nella stagione 2006-07. Da lì un decennio in A2, tra Veroli, Casale – suoi i cesti decisivi, nel 2018, per eliminare la Effe di Pozzecco – e Tortona, sua ultima tappa. Chiusa con qualche acciacco fisico e, a 39 anni, la decisione di salutare e tornare ad allenare a casa sua, a Wilmington.

1400 ISCRITTI PER IL CANALE TELEGRAM DI BOLOGNABASKET
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI