Le parole di Matteo Boniciolli alla vigilia della gara interna con Jesi (domani ore 18, diretta tv e radio Nettuno).

“C’è un giudizio di Caja, che ha risollevato Roma: in una Lega dove non ci sono dei nuovi Ginobili per fare una buona stagione serve solo lavoro e sudore. E’ la linea guida che abbiamo scelto noi, supportati da una società che ha dimostrato un equilibrio nella gestione dei momenti positivi e negativi veramente ammirevole. Rispetto a questo, veniamo da una settimana di buoni allenamenti, la squadra ha imparato a convivere con l’emergenza permanente che abbiamo da sempre, e non è facile per chi non ha un vissuto significativo in questa categoria. Affrontiamo una partita complessa, sia dal punto di vista fisico che tecnico, loro hanno un quintetto che ci porterà a difficili accoppiamenti difensivi. E ogni settimana, con questi alti e bassi, dobbiamo ridefinire la nostra identità anche perché siamo l’unica squadra in Europa ad avere giocato solo una gara su undici al completo. Dobbiamo coinvolgere il nostro pubblico al di là dell’affetto che ci segue, e la squadra ci ha messo del suo nel trovare sostegno, in un percorso dove in casa siamo da primi posti e in trasferta da retrocessione. La qualità degli allenamenti sta subendo le assenze, ma intanto cerchiamo di portare a casa questa partita fosse anche dopo tre supplementari”.

Non c’è il rischio che si pensi già alla prossima trasferta? “A inizio settimana ho avuto un incontro movimentato con la squadra. Non sono onniscente o onnipotente, ma cerco di non far pensare che in casa (quattro su sei, visto quelle in campo neutro) ci si possa distrarre: la vittoria casalinga non è scontata, ma è importante se vogliamo restare aggrappati ai bordi della piscina senza annegare. Poi cercheremo di recuperare i giocatori che stanno perdendo allenamenti o partite, o l’americano che manca delle partite, o altro. E’ stato un incontro duro, perché il prossimo esame non arriva con la prossima trasferta ma già domani. Esiste un problema fisico, al di là del vincere o perdere, in un campionato molto strano dove Treviso, alla prima gara senza un americano, malgrado sostituito, perda in casa contro Legnano che noi avevamo battuto di venti. Se i giocatori non sono affiancati da una prima punta ben inserita diventano altri, e l’unica cosa che mi tiene su nella mia attuale cupezza è che quando questo periodo complicatissimo finirà ci ritroveremo molto cresciuti. Usando una metafora genitoriale, noi abbiamo preso due americani importanti accanto ad un italiano esperto e tanti esordienti, perché dovevamo imparare a nuotare prima con la ciambella, poi con i braccioli, poi con il maestro, poi da soli. Invece noi siamo stati buttati dalla barca subito e abbiamo dovuto arrangiarci. La cosa ci ha dato difficoltà nell’immediato, ma mi aspetto una risposta diversa quando saremo come gli altri, e questa emergenza diventerà un momento fondamentale nella nostra crescita. Come ha detto oggi Esposito, le emergenze aiutano se poi finiscono, altrimenti diventano mancanze gravi. E domani, supportati da una società ammirevole in un panorama che non induce a grandi entusiasmi, cercheremo di dare il meglio e di concretizzare il durissimo lavoro settimanale che abbiamo fatto. Dobbiamo restare aggrappati al bordo della piscina, con le dita sanguinanti, in attesa di tempi migliori”

Una eventuale vittoria farebbe felici o farebbe pensare alle occasioni mancate. “Vincendo resteremmo all’ottavo posto, restando nel mio range. Tutte le squadre che ho allenato sono cresciute nel corso della stagione, a Udine partendo male sono stato promosso, quindi quello che sta capitando è in linea con i miei programmi, crescere per poi andare nei playoff e tatticizzarci dopo aver costruito bene l’identità. Ma non avevo mai affrontato una emergenza così lunga, anche per via di un regolamento difficilmente comprensibile. Viene impedito ad una società di competere con le altre, poi ora si è deciso che gli americani con otto anni di permanenza qua possono essere italiani ma solo nelle minors. In Belgio parlavo con i miei dirigenti e gli spiegavo che se mio figlio mi avesse seguito nelle mie trasferte, ora in Italia giocherebbe da comunitario: avesse fatto sette anni ad Ostenda, non potrebbe più essere italiano. E ora a questi dovrei spiegare che ci potrebbero essere americani che giocherebbero da italiani in B e non in A: mi chiedo in quale mondo questo potrebbe succedere”

Come sta Flowers? “Cammina. Difficile ci possa essere prima della seconda di ritorno”

Come si esce dal problema delle trasferte? “Ne vorrei riparlare da lunedì, ora è importante, anche per ringraziare una società che sta cercando di ricostruire e dare continuità ad una realtà storica. Io ho fatto una scelta folle, passata da un incontro con Christian Pavani, e voglio contribuire a questa solidificazione. Poi c’è la fortuna, la disponibilità economica, che però non ti preserva dai momenti difficili, vedi quello che è successo a Milano fuori dall’Eurolega. Io sono venuto qua per aiutare, per dare un orientamento tecnico, valorizzare i giovani e alzare il livello della loro carriera. Onestamente immaginavo difficoltà tecniche, ma non certo così tante e gravi complicazioni. Ma andiamo avanti”

Il video della conferenza stampa

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