Stefano Attruia e il progetto The Cagers: portare il basket in carcere
Stefano Attruia, ex tra l'altro di Fortitudo e Virtus, ha dato vita a un progetto per portare il basket in carcere, chiamato The Cagers.
Con lui ci sono altri ex giocatori: Zudetich, Zara (preparatrice atletica) e Avenia.
Un estratto delle sue parole in merito, intervistato da Dario Ronzulli su Tuttosport.
Tutto parte da un incontro che ho avuto nel carcere di Trieste durante una mia visita ai detenuti. Tra loro ho incrociato, senza sapere che fosse lì, un mio compagno di squadra dei miei inizi cestistici e abbiamo iniziato a tirare fuori vecchi ricordi. Mi sono reso conto che quando oltre quel muro c'è qualcosa che conosci bene, una parte di te è lì. Da qui è nata l'idea di fare qualcosa per i detenuti utilizzando il basket.
Non stiamo coinvolgendo solo la casa circondariale di Trieste, che sarà il centro in cui ci alleneremo, ma stiamo cercando giocatori in tutta Italia. Abbiamo girato tanto da Nord a Sud, stiamo facendo in pratica selezione regionale come si fa per le giovanili. Ne sceglieremo 14 su circa 150 visionati e li faremo trasferire, appunto, a Trieste.
Le reazioni dei ragazzi? Molto positive e piena di entusiasmo. Noi entriamo con l'idea di fare attività portando tutto il materiale tecnico e attraverso questo, soprattutto attraverso il pallone, noi comunichiamo senza troppa fatica il messaggio che vogliamo trasmettere. Passa subito l'idea che per noi e per loro sia un divertimento: non abbiamo bisogno di molte parole per questo, ci basta presentarci con la palla che già da sola veicola un linguaggio specifico.
Per lei e per gli altri allenatori coinvolti che valore ha questa esperienza? Un valore profondo che peraltro devo ancora scoprire del tutto. Siamo ancora alla fase iniziale, quando passeremo agli allenamenti veri e propri con la squadra definitiva sono sicuro che si tratterà di qualcosa di emotivamente coinvolgente. Abbiamo a che fare con storie umane molto diverse che non possono lasciare indifferenti. Mi aspetto di dover lavorare molto sulle relazioni personali: noi sappiamo come si costruisce una squadra ma questa è inevitabilmente diversa, noi non siamo esperti di vita carceraria e dovremo imparare questa dimensione. L'abito che confezioneremo insieme ai giocatori è unico nel suo genere".