Il presidente di LNP Pietro Basciano è stato sentito da Piero Guerrini per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"Abbiamo messo le mani avanti, cercando di porre le basi nel caso si verifichino le due ipotesi rimaste sul tavolo, ripresa per finire la stagione, in maggio, oppure fermata della stagione stessa. Abbiamo riscontrato disponibilità e comprensione da parte di tutti. Se la stagione si fermasse, verrebbero a decadere i contratti, qualora si andasse avanti, direi in A2, si tratterà di portare avanti, una soluzione che non danneggi soltanto i club, o i tesserati. L'idea sarebbe dopo uno stop di due mesi, pagarne magari uno. Se invece fosse possibile proseguire, allora spetterebbe alle singole società decidere, sedersi a un tavolo con le parti. Ritengo che eventuali vie legali siano difficili perché il compenso è per la stagione. Ma ovviamente occorre buon senso e anche etica. Di sicuro tutti usciremo male da questa emergenza, non soltanto nel basket.
Chiederò al presidente federale Giovanni Petrucci, di dichiarare interrotto al 30 marzo il campionato di Serie B, per una serie di motivi: 1. La situazione dei palazzetti, 2. il numero delle squadre impegnate, 3. i problemi logistici legati alle trasferte e ai costi. Meglio fermare tutto senza pensare neppure ai verdetti, promozioni o retrocessioni che siano. In A2 esiste ancora la volontà e la speranza di concludere la stagione.
Far ripartire la A2, almeno? Intanto per i club di A2 è un po' più facile, per struttura, organizzazione, condizioni legate alla disponibilità delle arene. Ma ci sono alcune condizioni: 1. Che restino le due promozioni. 2. Che si giochi a palazzetti aperti, perché a porte chiuse non è possibile per molti motivi. Credo valga lo stesso indirizzo in Serie A. Non è soltanto questione economica per i biglietti, ma anche di esposizione e immagine. 3. Che si possano tesserare giocatori per sostituire chi ha lasciato il Paese. Del resto, praticamente tutti i nostri club hanno pazientato, si è ragionato solo sulle disposizioni organizzative da modificare.
I danni economici? Stiamo calcolando, inutile buttare numeri a caso, ma è ingente. Direi una media di 300 mila euro per società, fino a mezzo milione.
Badate che bisogna inserire anche i costi vivi per l'attività giovanile, comprese trasferte e le strutture, non recuperabili."

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