CENTO-FORTITUDO, IL DOPOPARTITA DI GARA 1
Scossa, certo. Poi alla fine la Fortitudo de-Dalmontizzata non è diversa da quella di prima, e non poteva Angori avere la bacchetta magica sperando che il solo silurare il non amato precedente coach cambiasse le cose. E alla fine è stata la stessa Fortitudo di sempre: affaticata a rimbalzo (Berti è parso Vrankovic, ad un certo punto), troppo lenta dietro per seguire gli esterni al secondo passaggio (forse l'unico che potrebbe provarci è Niang, per forza di cose ri-dirottato in panchina), e confusa in un attacco dove l'uno contro uno è l'unica ragione, specie se in area non ci si è mai riusciti ad andare con costrutto. E allora è vero che il punteggio finale è ingeneroso per chi fino a 5' dalla fine era in partita, e che poi mercoledì si riparte da 0-1 a prescindere da tutto, ma se si voleva capire quanto la testa dei giocatori si fosse liberata - la società non ha mai avuto una parola di critica nei loro confronti - ecco la risposta: due tecnici, fatica, insomma. Una partita come tante.
La Fossa torna a cantare, mentre i social (per quel che contano) sembrano più desiderosi di mettere una pietra sopra la stagione e non certo di vedere la rimonta. Intanto, mentre fuori dal campo sono sempre più evidenti le liti tra correnti societarie diverse (da un lato lo sponsor e candidato leader, dall'altro la presidenza e lo staff ufficioso della proprietà), dentro si resta quelli che si è. Cosa fare per cambiare il trend? Capire che un po' di fosforo male non fa, specie nella gestione dei ritmi della partita, e sbattersi tutti per prendere qualche rimbalzo. Ma se a metà maggio si continuano a vedere le stesse problematiche di ottobre, pur avendo cambiato mezza squadra e la panchina, ci sarà modo di farlo in 5 giorni? E, soprattutto, c'è qualcuno che ci crede, che ci vuole credere?
Ed ero contentissimo - Poco da segnalare. Banks è entrato nella squadra senza calpestare piedi, uscendone come un buon Thornton e non come un buon Banks. Qualche scossa da Barbante. Aradori che si è preso anche qualche tiro non comodo, cosa che non sempre fa.
Non me lo so spiegare - La ben poca esistenza agonistica di Candussi. L'inesistenza di Vasl. Il nervosismo (tecnici ad Italiano e Candussi). Lo sciogliersi alla prima vera difficoltà. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)