Finisce 85-80 per la Bipop, e se il Bignami era definita squadra ammazzagrandi, forse i ragazzi di Ticchi si sono accorti troppo tardi che Reggio Emilia propro piccola non e'. O forse si e' solo ricaduti in quella narcolessia collettiva che colpiva lo scorso anno, e che si e' vista anche in questa stagione (Novara in primis), i cui sintomi piu' evidenti sono un ingresso in campo soft, deconcentrato, confuso e infelice. Il primo tempo del Progresso e' stato indecente, roba che al PalaBigi non vedevano in una squadra avversaria da tempo immemore. 27% al tiro e un 17 di valutazione complessiva (3) nel secondo quarto sono cifre che parlano da sole. Il pressing a tutto campo non ha pagato tanto in fase difensiva, mentre in attacco la ricerca di ritmi alti ha portato a fretta e tiri sbagliati. E non di poco: perche' un conto e' la palla che gira ed esce, un conto sono i cross di Abram e le mattonate tirate contro un ferro che non si meritava tanta cattiveria da parte di Pilutti e Ghiacci. E se la palla finiva sotto, a maltrattarla era un Donzell Rush incapace sia di circumnavigare Rusconi che di ridarla fuori.

Eppure il primo quarto non era partito male, con le triple di Williams e Faggiano ad aprire un minibreak iniziale di 7-2. La difesa allungata concede qualche spazio di troppo, e dopo i primi errori comincia il tiro al bersaglio, siglato Mordente e Rusconi. Le illusioni iniziali vengono spazzate via, 21-11 Reggio con parziale di 19-4. Quando la macchina reggiana si rilassa, arriva qualche tiro libero ma anche l'errore di Abram in contropiede ed uno sfondo di Williams. 23-17 alla prima sirena.

Nemmeno il secondo quarto si apre male, con altro avvicinamento sul 25-21. Ma Abram sbaglia il triplone del -1, e Mordente dimostra immediatamente di avere le mani piu' calibrate. Questa frazione e' indegna, da parte del Bignami. E dire che Reggio non e' in una di quelle giornate ispiratissime: molti errori da piazzati, Evans e Ruggeri che scheggiano, e una panchina con produttivita' zero. Ma l'attacco e' intollerabile. A chiudere la frazione e' Alvin Young, con 5 punti di fila che inchiodano il punteggio sul 47-30.

La mano di Ticchi non sara' nobile come quella di altri coach stipendiati da squadre felsinee, ma di certo riesce a girare la cloche nel secondo tempo. Che si apre con il massimo vantaggio interno sul 51-32, ma che non vede piu' lo stesso andazzo negativo. La Bipop si ferma a Young e Rusconi, il Bignami trova tracce di tutti, finalmente capaci di giocare di squadra. Levin comincia a ricucire lo strappo, Rush offre qualche segnale (ma anche un comico passaggio di apertura sul coppino di Faggiano), 60-50. Poi arriva un fiscalissimo tecnico fischiato a Ghiacci da parte di una coppia arbitrale che dimostra come l'inserimento del terzo fischietto in A ha depauperato il livello in LegaDue. Infatti - dopo il 3/3 dalla lunetta di Young - ecco il piu' classico dei fischi di compensazione subito dopo la rimessa: Mordente in presunto sfondamento in palleggio a meta' campo, anima in pace per le giacchette grigie. Ma dopo il tecnico c'e' altro avvicinamento bolognese, 63-59.

Dopo la tripla di Mordente del 68-61, il Bignami sgomma: due bombe di Abram e Pilutti, tiro libero di Williams, 68-70. E palla in mano, che finisce a Masieri. La tripla del possibile +5 gira ed esce, portando con se' i sogni bolognesi. Ruggeri pareggia, Rusconi sorpassa con un 2+1, inerzia spostata. Rush viene placcato mentre salta a canestro: la maglia si allunga nel piu' classico dei falli intenzionali, ma guai mai. Un fino a quel momento evanescente Evans (gioco di parole mai piu' azzeccato) buca due volte da tre dalla stessa mattonella una zona approssimativa, partita finita.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI