42° Playground - I numeri di un’edizione da sogno

Il countdown è andato a zero. Qualche cifra significativa sulla 42esima edizione del Playground dei Giardini Margherita appena terminata. 

 

270.000 utenti diversi che, nel solo giorno della finale, hanno visitato i social della manifestazione.

68.000 visualizzazioni della diretta della sola finale online (molte più della media delle partite dell’ultima Serie A).

40.000 presenze circa, ai Giardini Margherita, tra il primo giorno del Playground, 17 giugno, e la finale maschile, 18 luglio. 

4.000 persone circa giovedì sera per la finale. E’ vero, attorno al campo fisicamente non ci stanno, ma col mare di gente che faceva avanti-indietro tra campo e Village, a quel numero ci si arriva.

2.000 spettatori per la finale femminile, vinta dalle ragazze di Campas Ricap venerdì 28 giugno.

400 quasi, tra giocatori e giocatrici scesi in campo (in tutto 25 squadre), tra professionisti, semiprofessionisti e dilettanti puri.

48 gli anni di Davide Lamma, il giocatore più anziano sceso in campo (segnando 13 punti, tra l’altro), per ritoccare a 23 il conto delle diverse edizioni del Playground in cui ha giocato. Lamma è il patron di ZonePlus, per cui ha giocato Lorenzo Zannini, classe 2008, 16 anni ancora da compiere, giocatore più giovane del torneo (premio Federico Dordei).

44 partite giocate: 31 maschili e 13 femminili (e solo un pugno indoor per pioggia, grazie San Walter Bussolari). Più una, bellissima: il Baskin, meravigliosa espressione di inclusività e amore per lo sport dei canestri. Grazie a Banca di Bologna, Pgs Welcome Baskin Bologna e West River ASD.

42 edizioni del Playground in archivio. Il rito dell’estate bolognese celebrato, ancora una volta. Ma da lunedì si inizia a pensare alla 43.

23 le serate di pallacanestro offerte, nel cuore del parco pubblico più amato di Basket City. Ma attenzione, il Village non chiude, va avanti fino al 9 agosto.

20-30 centesimi di secondo fuori tempo, il tap-in di Federico Osellieri che avrebbe ribaltato l’esito del primo quarto di finale, il torrido derby Matteiplast-Ollyfans. Ma questo lo si è scoperto dopo: gli arbitri hanno fatto la chiamata giusta, ma non avevano l’instant-replay.

17 punti in un quarto, il primo della finale, segnati dallo spettacolare Lorenzo Bellachioma. Nonostante un infortunio, 30 alla fine. E top-scorer del torneo.

10 anni fa sono nati, per scherzo, i Sempreminors di Jack Salvarezza, il gruppo che meglio di tutti rappresenta l’orgoglio della moltitudine dei giocatori minors. Splendidi finalisti, con anche un +13 giovedì sera nel secondo quarto. Hanno perso il titolo, come forse era scritto nel loro DNA di minors… Ma vinto la simpatia di tutti.

8 Il numero di maglia storico di Martino Mastellari, fedelissimo del Playground, a cui è andato il premio fair-play. Ha fatto segnare da due punti un suo tiro che era stato segnalato da tre, dicendo di aver pestato la riga. Nel quarto quarto di una partita a eliminazione diretta, poi persa di 1 punto…

7 Il numero di maglia di Carlo Fumagalli, MVP del torneo. Era anche il 7° Trofeo Riccardo Di Cesare.

5 mesi fa se ne andava all’improvviso, e troppo presto, Giuseppe Campanella. Mille ruoli svolti nel basket, tra questi quello di leader dei Campas, un meraviglioso clan familiare con la palla a spicchi al centro. Commovente come figli e nipoti l’hanno ricordato. Forse ancor più della clamorosa doppietta Campas 2024, titolo maschile-titolo femminile.

3 che hanno portato il Bologna in Champions League, Lorenzo De Silvestri, Federico Ravaglia e Tommaso Corazza, amici e frequentatori dei Gardens, a dirci che una cosa bella come il Playground, nel calcio non c’è.

2 leggende come Alessandro Abbio e Gregor Fucka, l’uno vecchio cuore V e l’altro F, a festeggiare ai Giardini i 25 anni dell’ultimo oro azzurro nel basket, gli Europei del 1999.

 

Una dozzina i giocatori che venivano dalla Serie A e A2. Tra gli altri: Michele Ebeling, Alessandro Panni, Gherardo Sabatini, Matteo Montano, Davide Raucci, Alessandro Morgillo, Nazzareno Italiano, Lorenzo Piccin. Ai quali, come sempre, la dura legge del campetto non ha fatto sconti.


1 uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste (con il logo del torneo e sponsor Zurich Riguzzi Assicurazioni) e va più forte di Fausto Coppi. Il suo nome è Simone Motola.

0 dubbi anche stavolta: è stata l’edizione più bella della storia. Ma come si dice tutti gli anni, la prossima lo sarà anche di più.

 

“Salotto Bianconero”: la nuova puntata su Facebook e Youtube
La clamorosa vittoria dell'Italia contro gli USA a Colonia