UNIEURO FORLI' - KIGILI BOLOGNA 88-66
Iniziare alla grande e considerare finita la partita dopo i primi, ottimi 4’. Credere di potersela sfangare a Forlì con solo un mezzo quarto di ordine e buone cose è peccato mortale per una Fortitudo tradita dai suoi leaders e che non può pretendere di avere dalle seconde linee così tanta roba da poter tener testa ad una Forlì ordinata e semplicemente valida nell’andare a punire laddove la Effe è facile da punire. Martino conosce certi limiti di certi giocatori, li avvolge nel Domopak e il resto viene da sé. Senza che Bologna provi mai, mai, anche solo la cosiddetta scossa d’orgoglio. La peggiore della stagione, forse.
Si parte con doppio break: prima 12-3 per una Fortitudo che fa sempre canestro, poi 14-2 per Forlì contro una Fortitudo che non difende mai. Serve trovare un punto di equilibrio, ma intanto Sanford e Pollone fanno i propri comodi per un minimo di vantaggio romagnolo contro una Effe che, davanti, si è del tutto bloccata. Inerzia girata, e il 22-18 interno del 10’ che è quasi un regalino.
Appunto, l’inerzia. La Fortitudo continua ad attaccare in modo sfilacciato e casuale, Forlì sa sempre dove andare a parare, le triple sono un pianto emiliano e una gioia romagnola e piano piano il punteggio diventa -13. Deve sbloccarsi Italiano con una immonda ma proficua tabellata al 24” per dare un senso al tutto, ma l’attacco rimane casuale e in difesa non ce n’è uno, tranne forse italiano, che tenga un barlume di primo passo o provi ad alzare un braccio contro gli altrui tiri. Ed è 50-35 Forlì al 20’.
Si saranno distratte a vedere i rigori in Qatar, le due squadre, perché i primi 3 minuti della ripresa sono cross, palle perse, infrazioni di 24”, varie ed eventuali. Forlì approfitta delle voragini difensive dei soliti noti per lanciarsi al massimo vantaggio (55-39 al 25’), quando Thornton ricorda di non essere sceso in Romagna per saggiar delicatezze gastronomiche e infila il cesto. Però, tradita da tutte le sue prime punte, Bologna può solo ogni tanto cercare di bloccare dietro per non annegare, anche se Cinciarini sfugge da ogni maglia difensiva e tiene avanti i suoi. Troppe bandiere bianche alzate, 66-47 al 30’.
Ormai archiviata la partita di Fantinelli – caviglia, se ne riparlerà – il resto è garbage time che permette qualche aggiustamento di cifre, ma restando sempre attorno ai 20, se non oltre, di disavanzo. Il resto è solo un lungo e faticoso aspettare la sirena.
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)