nba camp
nba camp

Alla fine, incredulità collettiva. Non perché Ferrara non l’abbia meritata, per come si sia ribellata al destino di tante vittime sacrificali del Paladozza (lottiamo, ma siamo in pochi, e alla fine ci arrendiamo), ma per come è arrivata. Contro una squadra senza più regia, e con un cesto finale da raccontare: Mastellari che forza da metà campo con qualche secondo ancora disponibile, nessuno di Bologna che segue, e il solo Molinaro che corre, segue, prende la palla, e appoggia con ancora qualche decimo a disposizione. Gioco partita e incontro, sciupando come non mai dopo una partita affaticata, quasi increduli per come non si riuscisse a trovare il bandolo della matassa. Che rimaneva lì, bello disponibile, ma che non si è fatto prendere, alla fine.

Sconfitta la Fortitudo, a dimostrazione che il Paladozza non è poi un sortilegio che le avversarie non possano sfatare. Pagando ancora i problemi di gestione dei momenti topici, il passaggio a vuoto degli esterni (ieri con complicanze figlie del fatto che Ferrara, in quel campo, avesse muscoli in quantità), e poche alternative altrove. Magari ci può stare, nel percorso di crescita, e in un campionato dove non sembra poi che ci sia tanto modo e maniera di pensare di poter vincere partite con le infradito. Però qualcosa continua a mancare, anche con l’arrivo di Legion. Cattiveria, grinta, esperienza, furbizia. Con rotazioni che non sono state utilizzate forse al meglio (15 minuti complessivi tra Campogrande, Raucci e Gandini) andando quindi a far perdere quel vantaggio di lunghezza che di solito Bologna può mettere in tavola. Vedremo il da farsi: di certo, se la Fortitudo uscirà da questa domenica più arrabbiata che non perplessa, male non sarebbe.


Shine on you crazy diamond - Italiano ha fatto la sua classica partita perfetta, mettendo triple e lavorando sia in orizzontale che in verticale. Il pubblico anche, scollinando quota 5500 (5617 per la precisione). E’ mancato il colpo finale, e comunque non è poco.

Another brick in the wall - Knox in versione budino (36-44 a rimbalzo ma non solo), e il trio Candi-Ruzzier-Montano che non ha sfruttato, alla lunga, il vantaggio di poter giocare contro avversari non più di ruolo. Peccati di gioventù, ma è anche vero che siamo in marzo, non a ottobre.

(foto di Fabio Pozzati)

IL DOPOPARTITA DI VERONA-VIRTUS
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE