IL DOPOPARTITA DI FORTITUDO-MANTOVA
Pecunia non olet, e alla fine è un concetto su cui ripetersi spesso e volentieri. Però alla fine è quello che conta, in una partita davvero brutta a vedersi, almeno per quel che riguarda la pallacanestro. Ma, per fortuna, non è solo l’estetica quello che conta, e la Fortitudo che vince qualificandosi per la Coppa Italia ha dovuto andare a cercare nel torbido, la vittoria. Sfruttando, più che la sua lunghezza (ad averne tanti, ma tutti lunghi, alla fine non è che ci sia poi tutto ‘sto vantaggio), la rabbia e la grinta dei suoi giocatori più ormonali, e un Paladozza che nel finale ha fatto paura a Mantova. In una gara mal arbitrata, malissimo arbitrata, e che Bologna ha vinto pur facendo di tutto, nelle ultime battute, per buttarla via.
Serve per la classifica, dovrà servire per capire quelli che sono i problemi di questa squadra – perché ce ne sono, al di là della buona volontà – e serve anche per dimostrare, se non altro, che non ci sono, nella truppa, soggetti che stiano, come si suol dire, remando contro. Perché in una gara simile, se qualcuno avesse voluto andare dalla parte opposta, lo si sarebbe visto. Ora, però, c’è bisogno di tante cose, se non altro provare a capire che in regia qualcosa serve, e che la penitenza a Fultz, finita, lo deve riportare in squadra. Altrimenti, la direzione è fin troppo caotica, e McCamey può avere tutta la voglia del mondo, ma non sembra il giocatore a cui affidare l’ultima azione. Almeno, non da solo.
Per il resto, arriva la qualificazione alle Final Eight, e chissà come verrà gestita, dato che negli ultimi anni si era lavorato di volpe e uva pensando a come fosse utile, in alternativa, andare a mettere benzina nel serbatoio. La Virtus della passata stagione dimostra che si può fare qualsiasi cosa, ma intanto qualcosa vorrà dire. Il problema è, quanto margine ha di crescita questa squadra? Vedremo.
Just can’t get enough - L’ormone collettivo, e la voglia di non mettere la testa sotto il tappeto quando si poteva temere il peggio. Il Paladozza aiuta, e ora vedremo in un girone di ritorno dove tante grandi dovranno venire qua.
It’s no good - Continua ad esserci il sospetto che qualcosa non quadri, e che i tanti cuochi possano anche non prendersi a padellate, ma che non sappiano bene chi deve preparare i primi e chi i secondi. Almeno, alla fine, il dolce è arrivato. Poi, tutte le polemiche successive: le accuse di Bobby Jones rilanciate poi da Allan Ray (“Amici è un razzista e porta le trecce rasta, deve essere un po’ confuso”, la risposta di Amici a Jones (Senti chi parla, piagnone), mentre in Fortitudo fanno notare alcune azioni, in particolare la gomitata che ha fatto sanguinare Rosselli, non proprio parte del gioco. Possibile che i tre arbitri non si siano accorti mai, mai, di niente?
(foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro 103)