Angelo Gigli, doppio ex di Virtus e Reggio Emilia, è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Ecco le sue parole:

Un cuore diviso a metà? Non potrebbe essere altrimenti, a Reggio sono cresciuto come giocatore e ho mossi i miei primi passi in serie A, Bologna mi ha aspettato. Arrivavo da una serie di annate tribolate per tanti infortuni che non riuscivo a sistemare, in Virtus mi hanno dato la possibilità di fermarmi il tempo necessario per rimettermi in ordine.

Mercoledì le sue squadre si affrontano. Non le suona strano che la Virtus lotti per non retrocedere e i reggiani per lo scudetto? No. Se prendiamo le squadre o le città che hanno vinto lo scudetto dal 2000 al 2010 solo la V nera oggi è in serie A. La Fortitudo, Treviso e Siena sono con noi in serie A2. Milano è stata quasi venti anni senza vincere uno scudetto. La nostra pallacanestro è diventata uno sport di corsi e ricorsi storici dove la tradizione conta fino a un certo punto.

Qual è il ricordo più bello legato a Reggio Emilia? La promozione in serie A. Per la città e per il club è stato un momento importante: ci siamo riusciti dopo che squadre sulla più quotate della nostra avevano fallito. Si era un po' persa la fiducia e quel primo posto fu vissuto come una liberazione.

In casa Virtus, invece, il flashback dove la riporta? Alla forza del gruppo. Io, Peppe Poeta e Viktor Sanikidze e gli altri avevamo costruito una squadra vera e anche nei momenti più difficili abbiamo reagito come tale. E' vero che in quei due anni non abbiamo vinto, ma avevamo costruito un qualcosa dentro il quale i giovani potevano crescere. Il secondo anno non fu facile, ma tutto l'ambiente capì che quella era una annata sfortunata e, infatti, ne siamo usciti bene come squadra.

Lei si è separato o salutato dalla Virtus? Sicuramente salutato, perché ho mantenuto tanti contatti e non ho mai percepito tensioni tra me e l'ambiente. Penso di aver lasciato un bel ricordo, ma al di là di quello che la gente pensa la V nera avrà sempre un posto speciale nella mia testa e nel mio cuore.

Chi vince mercoledì? Reggio parte favorita per due motivi: è più forte e la Virtus in trasferta ha sempre fatto fatica. Certo che se i giocatori riescono a produrre la stessa prestazione di domenica scorsa, allora la questione diventa interessante. Con Torino i giocatori sono stati perfetti e tutti devono avere ben presente che è stato merito loro se questo è successo. Io spero che la partita si giochi punto a punto e che magari prima della sirena finale si sappia già che i biancorossi sono secondi e i bianconeri salvi. A quel punto io sarei doppiamente felice, chiunque vinca.

La manca la serie A? Sì e no. Sto bene a Ferentino dove ho riscoperto una pallacanestro più genuina sul piano dei rapporti personali. Vai in campo sapendo che si può essere professionali e divertirsi allo stesso tempo perché c'è una fiducia reciproca. E' con questo clima che cresce la passione della gente perché la squadra è lontana quando deve lavorare in silenzio e vicina quando è opportuno stia in mezzo ai suoi tifosi.

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