Come sempre, dopo partite come queste, c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi quello mezzo vuoto.
Gli ottimisti - dopo aver scolato il bicchiere mezzo pieno - potranno dire con giusta ragione che la Virtus ieri è sembrata più vicina a Milano di quanto non fosse parso a settembre, ed è rimasta in partita praticamente fino alla fine, con sprazzi di grandissima difesa. E quindi con un Belinelli in più - quando il persicetano sarà perfettamente integrato e al top della forma - e il rientro di Pajola potrà dire la sua fino in fondo, anche in campionato.
I pessimisti invece diranno - anche qui non a torto - che quando Milano ha chiuso la serranda difensiva, nell’ultimo quarto, l’attacco bianconero si è totalmente fermato, producendo tre punti (tutti dalla lunetta) in sei minuti. E che ancora una volta - disinnescato Teodosic (zero punti nella ripresa) - la Segafredo si è trovata nella mancanza di un go-to guy nel finale. Ed anche che è arrivata la quinta sconfitta in fila in casa, e che la qualificazione alla Coppa Italia non è ancora certa.

La verità probabilmente sta nel mezzo. La Segafredo ha fatto di sicuro dei notevoli passi avanti rispetto alla Supercoppa, e ieri si è visto. E ci sono stati dei momenti di difesa davvero eccellente, livello Eurolega, soprattutto nel terzo quarto. Milano, che a differenza della Virtus è appunto una squadra di Eurolega, si è affidata ai suoi risolutori, che sono stati bravi a trovare canestri spesso difficilissimi a giochi rotti. In Supercoppa c'era stato Datome, ieri sono emersi Rodriguez e l’ex Punter, che rispetto alla stagione bianconera ha mostrato enormi progressi difensivi, conservando il notevole talento in attacco. Le Vu Nere di risolutori così ne hanno solo uno - Teodosic - e sperano di aver appena acquistato il secondo. L’altra chiave è stata lo spot di “4”, dove la differenza di talento a disposizione dei due coach è apparsa ingente: LeDay, in particolare, ha fatto quel che ha voluto, e nell’ultimo quarto Djordjevic si è dovuto inventare un inedito quintetto con quattro piccoli, vista la necessità di rifiatare di Ricci e un Alibegovic non da corsa per questi livelli. Quindi sì, la Virtus si è avvicinata all’Olimpia, e con Belinelli al 100% si avvicinerà un altro po’, ma comunque sembra mancare ancora qualcosa per colmare il gap.

Da adesso però bisogna smettere di pensare a Milano, perché ci sono le Final Eight di Coppa Italia da conquistare. Con cinque sconfitte in casa - record negativo non certo dovuto a ieri - l’accesso non è scontato. Bisognerà chiudere il girone di andata con due vittorie, contro Pesaro mercoledì e poi a Trento sabato 9 gennaio, in modo da esserne certi. E poi magari sperare di ritrovare l’Olimpia in una partita secca al Forum di Assago.

(foto Virtus Pallacanestro)

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