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(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Fortitudo Pallacanestro 103)

Risalita da una situazione che pareva critica più per il peso della cronologia più recente che non per il punteggio (-8 dopo pochi minuti dall'inizio del terzo quarto), la Fortitudo che mata Cento lo fa più con sangue - anzi, infortuni, citofonare Vencato - sudore e lacrime che non con brillantezza, ma viste le ultime uscite poteva andare davvero peggio. E, se non sarà stata la prova di un ritrovato smalto e freschezza, almeno è stato dimostrato che le teste ci sono: gruppo compatto, come si suol dire, che ha trovato sia le seconde linee come in precedenza ma anche, un po' alla volta, il gruppo dei titolari. Che, chi più chi meno, ha messo in tavola in necessario per portarla a casa. E alla fine basta poi questo, per archiviare una sera che rischiava di essere faticosa ma che ha mosso la classifica e ridato un po' di tranquillità.

In un campionato dove capita di tutto, dove gli scalpi del giorno dicono Pesaro, Rimini (non in un gran momento) e Forlì, sconfitta sonoramente in casa da Nardò, bisogna mettersi nell'ordine di idee che non c'è nè un campo nè una partita che sia scontata, per quanto banale questo concetto possa essere. E allora non che si debba festeggiare il sacco di Cento con i clacson per strada, ma che si dia atto alla Fortitudo di aver messo in campo quello che serviva per una piccola impresa. Piccola, ok, ma non garantita.

Sei bellissimo - Aradori per un po' ne ha date e ne ha prese, poi però il bilancio è andato in positivo e tutto è girato al meglio. La grinta dell'influenzato Panni e del quasi quarantenne Cusin. Tutti gli altri dietro.

In altomare - La famosa sfiga di Freak Antoni, e vedremo cosa ne sarà dell'infortunio al polso di Vencato. Poi servirebbe una scossa da Battistini, 3 punti e 1/11 al tiro nelle ultime 6 gare, dove non è riuscito ad arrivare a 10' di media. Vista la carenza nel ruolo, non una bella notizia.

 

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