Alessandro Cittadini, ex Fortitudo, è stato sentito oggi da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna

Ma è vero che la Effe resta dentro per sempre? Certamente. Sono arrivato alla Fortitudo che non avevo ancora 15 anni e ci sono rimasto per otto anni, cinque da ragazzino e altri tre da senior. Ho talmente tanti ricordi che non saprei da dove iniziare a raccontarli. Stiamo giocando una finale ed è già un'emozione, per me lo è molto di più

Cosa si aspetta di trovare, domani al PalaDozza? Non mi aspetto niente di particolare. La Fossa mi ha già salutato alla partita di stagione regolare, è stato bello. C'è grande rispetto, ma sto dall'altra parte. Sarà una battaglia, come è ovvio che sia

Voi avete vinto 10 partire su 10 in casa nei playoff, l'Eternedile 17 su 18 quest'anno al PalaDozza. È una serie impossibile per chi gioca fuori? Sappiamo tutti, e io per primo, che per vincere al PalaDozza ci vuole un'impresa. Ma è sbagliato fidarsi troppo del fattore campo: loro l'hanno ribaltato tre volte in questi playoff, noi abbiamo vinto gara 5 a Scafati

Risalendo dallo 0-2. Come ci siete riusciti? Restando uniti, facendoci forza tra di noi. Poi ci sono anche andate bene tante cose, dettagli che fanno la differenza. Loro forse hanno ceduto un po' di testa dopo aver perso gara 3 al supplementare, stando quasi sempre avanti, noi al contrario lì ci siamo gasati. Mai fare l'errore di considerare già chiusa una serie sul 2-0! Può capitare di perderla, raramente ma capita. L'ho imparato a mie spese

Playoff scudetto 2003, Treviso-Reggio Calabria dallo 0-2 fino al 3-2. Lei era alla Viola e c'era anche Davide Lamma... Appunto. Quell'anno lì però, poco dopo, conia Nazionale vincemmo il bronzo agli Europei di Svezia, sorprendendo tutti, e conquistando il posto perle Olimpiadi. Tecnicamente il momento più alto della mia carriera

Anche della sua. Lei e Lamma, molto più che ex compagni di squadra... Davide è un grande amico. È un grande piacere giocare questa finale contro di lui. Entrambi sappiamo che sono le ultime nostre cartucce, vogliamo giocarcele al meglio

Se lo immaginava, in campo a 40 anni, dopo un anno trascorso a fare altro? Sapevo che si stava tenendo in forma fisicamente, e l'anno scorso ne aveva 39 ma giocava ancora a un livello molto alto, comunque è un fatto straordinario. Per riuscirci bisogna avere dentro qualcosa di speciale e lui ce l'ha. Io, se mi fermo per un anno, poi non ce la farei mai a tornare

Sei anni fa brindavate assieme, dopo il tiro di Malaventura a Forlì... E chi se lo scorda? Era il 16 giugno 2010: io, Lamma, ma anche Sorrentino, Quaglia, e pure Montano bambino. Accettai la serie B solo perché era la Fortitudo, non l'avrei fatto per nessun altro. Poi la società finì male, ma la festa di quel giorno è stata un momento di gioia indescrivibile

Voi avete già giocato 48 partite ufficiali mentre la Fortitudo si è fermata, si fa per dire, a 43. Ma conta veramente la stanchezza o è solo una questione di testa? Noi siamo andati a gara 5 in tre serie su tre e ogni volta abbiamo recuperato bene. Certo dopo ogni partita ti senti morto, ma la mattina dopo passa tutto. Grazie al calendario noi dopo gara 2 abbiamo avuto due giorni liberi, che sono tanti a questo punto della stagione. Più che altro per rimettere benzina nelle gambe, perché il resto lo fa la testa. Siamo due squadre profonde, non è un problema di tenuta fisica ma solo mentale. E poi non è nemmeno arrivato il caldo, gli anni scorsi ho giocato partite in questo periodo con 50 gradi dentro i palasport

Con lei in mezzo all'area, state dominando la serie a rimbalzo. All'inizio di gara 2 però abbiamo sofferto. Tagliare fuori uno come Daniel è una fatica mostruosa. Comunque a rimbalzo si vince lavorando di squadra, non solo con i lunghi. È una serie molto fisica, ma ci sta. In questo non vedo grandi differenze tra loro e noi, non credo nemmeno ai diversi metri arbitrali quando si gioca in casa o fuori
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