Valerio Amoroso è stato intervistato da Enrico Schiavina sul Corriere di Bologna.

Ecco le parole del lungo Fortitudo: Camminavo per il centro, quando sento un clacson molto forte e insistente. Era l’autista di un autobus che suonava per me, aveva entrambi i pugni alzati e gridava qualcosa tipo “andiamo in A!”. I passeggeri guardavano straniti. E’ stato bellissimo.
Sono i giorni più belli, quelli che aspetti per tutto l’anno con la speranza di poterli vivere. E’ il basket: tutti si ricorderanno di come la stagione è finita, nessuno di cosa è successo prima.

Dieci anni fa ci fu la promozione della Montegranaro di Pillastrini, vincendo tre serie su tre col fattore campo avverso. E’ la stagione a cui resto più legato. Un’impresa fantastica. Ma per noi oggi lo sarebbe ancora di più, con quattro serie da vincere, tutte su cinque gare. Ma ci proviamo. E in nessun posto come qui il pubblico ha un impatto così forte, anche solo visivo, per come è fatto il PalaDozza.

Prima dei playoff su Amoroso se ne sono sentite di tutti i colori, critiche comprese. Sinceramente avevo qualche timore anch’io. Viste le mie vicende passate, qualcuno poteva avere pregiudizi. So di essere etichettato come una testa calda. Invece con Boniciolli è andato tutto per il meglio, lui è un eccezionale motivatore. E pian piano la forma è migliorata, anche se non sono ancora al meglio.

Passando dal 20% da tre della regular season al 48% dei playoff… Il tiro è tornato, ma solo a tratti. In gara2 ho fatto sempre canestro, in gara3 mai… Succede quando non si è a posto, il fiato ad esempio non è ancora quello dei giorni migliori. L’importante è arrivare nei finali con l’energia per fare quello che serve, una difesa, un rimbalzo, le piccole cose che poi ti fanno vincere.

C’è stata anche la riscoperta del gancio-cielo… Ah, quello piace molto, soprattutto ai meno giovani… il nostro team manager Franco Rizzardi è un entusiasta e non è contento se non ne vede almeno uno a partita. Io ricordo di aver copiato quello di Flavione Carera, poi l’ho sviluppato a modo mio e credo che questo tiro morirà con me. Solo che per farlo devi stare bene sulle gambe, se stai “‘na chiavica”, come diciamo dalle mie parti, meglio lasciar perdere.

Come finisce? Sono superstizioso e quindi previsioni non ne faccio. Ma so cosa ha scritto Boniciolli nella famosa busta segreta. E aggiungo: un pubblico del genere non può non stare in serie A.

(foto Giuseppe Greco)

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