Sergio Scariolo è stato intervistato da Elisabetta Ferri per il Resto del Carlino Pesaro.
Un estratto delle sue parole.

Com'è tornare in Italia? La carenza più grande rimane sempre quella degli impianti, anche di base. Noto poi che, mediamente, quello italiano è sotto­dimensionato rispetto ai massimi campionati per statura, chili e stazza. Infine, in Italia per indole si eccede sempre, nel bene e nel male, manca la razionalità che aiuta a prendere le
decisioni corrette.
Ancora stimolato a lavorare? Sì, perché la passione che c'è a Bologna è alta e sono al primo anno di un progetto che, come tutte le missioni, sta mettendo le basi e dando i criteri a chi lavora con me. Ma intanto bisogna competere.
Per ora non c'è stata la fortuna? Decisamente no. Udoh era il nostro totem, Abass la colonna vertebrale della difesa e sono entrambi fuori per la stagione. In più Mannion, che doveva dividersi le responsabilità con Pajola, è ancora molto indietro. Li abbiamo sostituiti portando dei giocatori comunque interessanti, ma per ora è stata una corsa ad handicap.
Pesaro non passerà inosservata? Spero di no, abbiamo già dato. Siamo ancora una squadra immatura, come raccontano i KO con Napoli e Tortona: abbiamo talento, ma dobbiamo crescere a livello mentale. Intanto però il trofeo che c'era in palio all'inizio, la Supercoppa, l'abbiamo vinto, per il resto se ne riparla alla fine.
Camara? Ha una bella faccia, s'impegna molto e sono contento che la gente gli voglia bene. Confido che possa guadagnarsi una considerazione da parte nostra, ma non dimenticate l'età: ha solo vent'anni.


(foto Virtus Pallacanestro)

Il Canale Telegram di Bolognabasket: tutti i dettagli
IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92