SIMONE FONTECCHIO: NON SAPEVO CI FOSSERO GLI SCOUT DEI CELTICS...
Simone Fontecchio è stato intervistato da Stefano Brienza su Stadio.
Ecco le parole dell’ala virtussina:
Fontecchio, inizio col botto: ve l'aspettavate? «Non saprei dire se ce l'aspettavamo. Sicuramente conoscevamo la loro forza ma sapevamo di stare bene nonostante gli acciacchi. Eravamo tutti pronti per la prima, vogliosi di far bene davanti al nostro pubblico».
Questa Virtus con la Unipol Arena ha un rapporto speciale. «In casa, come l'anno scorso, abbiamo la consapevolezza di potercela giocare con cliiun-que. E l'abbiamo subito dimostrato. Ora bisogna migliorare in trasferta. Forse l'anno scorso c'era inesperienza a gestire le situazioni, ma anche - spesso -un approccio sbagliato e poca cattiveria. Ci dobbiamo lavorare, abbiamo le potenzialità per vincere contro chiunque anche fuori».
Se possibile a partire da Brindisi, ora che le aspettative si sono alzate. «Vero, ma credo che la pressione addosso ce l'avranno loro avendo perso la prima a Pistoia. Sono una squadra simile alle Brindisi degli ultimi anni: a trazione americana, fortemente fisica ed atletica, con guardie di taglia ridotta dal gran tiro. Sono molto pericolosi sul pick'n'roll e il loro campo è sempre caldo. Lavoriamo sull'avversario da inizio settimana, ma sarà difficile».
Come procede l'inserimento dei nuovi in un gruppo già solidissimo? «Bene, dentro e fuori dal campo. Sono ragazzi di compagnia, che sanno stare al mondo. Avere cinque persone rimaste dall'anno scorso è utile per coinvolgerli, andiamo spesso a cena tutti insieme. Ovviamente hanno bisogno di tempo per inserirsi, anche tecnicamente: con l'aggiunta di Dexter il sistema che utilizziamo è diverso anche per noi, e dobbiamo adattarci tutti».
Pittman, con la sua verve, sembra qua da una vita. «Si, non ha avuto problemi, è abituato a calcare palcoscenici importanti come quelli NBA. Dà sempre tutto, a partire dall' allenamento, per non parlare delle partite. Credo die contro Venezia abbia già dimostrato quello che potrà darci in attacco e difesa».
A proposito di NBA, scout dei Celtics presenti a palazzo per vedere Fontecchio. E non sono usciti a mani vuote. «L'ho scoperto il giorno dopo, e forse è meglio così: gioco più tranquillo! Scherzi a parte, dopo il periodo del draft ho smesso di avere contatti e pensare all'America. Rimane il mio sogno, so che mi tengono d'ocdrio e mi fa piacere, ma ora penso solo alla Virtus e rimango sereno. Non sono neanche solito seguire news, preferisco farmi i fatti miei e lavorare sodo».
Che giocatore è e che giocatore sarà Fontecchio? «Rimango un'ala, ma ad alti livelli un giocatore della mia altezza deve saper anche giocare da guardia, e sto lavorando in quella direzione. In Eurolega o in NBA credo che farei spesso il 2, mai il 4: quella è un'opzione che esploriamo in casi particolari, anche per scombinare i quintetti avversari. Per esempio grazie all'accoppiamento con Peric ho potuto batterlo e segnare i canestri decisivi. Vorrei essere pericoloso in ogni molo. In NBA tanti giocatori di sistema vivono su una o due caratteristiche ma non sanno fare altro; io invece vorrei essere un all-around».
Sembra anche uno di quegli uomini che amano le responsabilità nei momenti decisivi. «Mi piace essere in campo in quei momenti e avere la palla in mano, essere importante nel quarto quarto. Però devo migliorare la continuità nell'arco della gara: se non entrava l'ultimo tiro avremmo perso, ma magari se entravano i buoni tiri che ho preso e sbagliato nel primo tempo avremmo vinto prima».
Tanto lavoro in allenamento sul post basso: un'opzione che potrebbe regalarle grossi dividendi. «Sì, me ne rendo conto, infatti ci stiamo lavorando parecchio. Conto di mettere su 2-3 movimenti affidabili ed iniziare a sfruttare più spesso la stazza. Sotto canestro però non è semplice, le aree sono molto chiuse».
Non è un problema se si possiede anche il tiro da tre. Obiettivo 40%? «Magari. Mi ci applico molto e spero di arrivarci. Domenica credo di aver preso dei buoni tiri che sono usciti, ma non devo farmi scoraggiare. L'anno scorso tiravo il 29%, l'obiettivo è quello ma devo lavorarci tanto».