UNA CORSA A OSTACOLI, IL BASKET ITALIANO PROVA A RIPARTIRE
Dopo quasi sei mesi di stop legati alla pandemia di Covid-19, il basket italiano si avvicina sempre di più alla ripartenza. Mancano meno di due settimane al primo evento ufficiale della stagione, la Supercoppa, che inizierà il 27 agosto, due giorni dopo per Fortitudo e Virtus. Si parla per ora del basket professionistico, quello di serie A, mentre per tutti gli altri - dalla serie A2 in giù - bisogna ancora attendere.
Ripartire è di importanza capitale, dirlo è un'ovvietà. Di sicuro però non sarà facile, e il percorso sarà parecchio accidentato. Di passi avanti, però, ne sono già stati fatti tanti. Ci sono le date, e soprattutto ci sono i protocolli governativi per allenamenti e partite, e nulla di tutto ciò era scontato fino a poche settimane fa. Tali protocolli - che prevedono tamponi molto frequenti - sono ancora impegnativi e costosi per le società (circa 10mila euro al mese), e Lega e FIP sperano di alleggerirli, anche se per ora il CTS non pare intenzionato a farlo. La buona notizia è che la quarantena di 14 giorni per gli atleti stranieri che arrivano in Italia a breve potrebbe essere ridotta a 72 ore (e due tamponi negativi), sfruttando un comma presente nel DPCM del 7 agosto. Questo magari ora cambierà poco le cose, dato che la maggior parte degli stranieri è stata fatta arrivare in Italia per tempo, ma durante la stagione potrebbe fare la differenza in caso di nuovi innesti e sostituzioni.
Per quanto riguarda i diritti televisivi, si attende il 20 agosto, giorno in cui scadrà il bando promosso dalla Legabasket. Si dovrebbe riproporre l'accoppiata Eurosport/RAI, e quest'anno, come non mai, il tema è sentito da tifosi e appassionati, date le molto probabili porte chiuse o semi-aperte.
Infine, appunto, il pubblico. I ricavi da botteghino sono la principale voce di attivo a bilancio per quasi tutte le società, ma in gioco c'è molto più di questo. Si gioca per il pubblico, per i tifosi, per dare emozioni. E farlo a porte chiuse non è la stessa cosa, non ci si avvicina nemmeno.
Per questi motivi il basket italiano sta facendo un grande sforzo a livello istituzionale per aprire le porte dei propri palazzi dello sport, già dalla Supercoppa. Al momento le porte sono chiuse - da protocollo CTS - salvo in Emilia-Romagna, dove sarebbero ammessi 200 spettatori, salvo specifici protocolli di sicurezza stilati e approvati da Regione e CTS. in Lombardia e Trentino le società hanno presentato delle proposte alle rispettive regioni per un'apertura parziale, e nelle prossime settimane si vedrà se arriveranno risposte positive, anche se a oggi è difficile pensarlo. Anche fare previsioni per il campionato è difficle, ma di certo se le porte totalmente chiuse dovessero permanere per parecchi mesi, molte squadre si troverebbero in enorme difficoltà finanziaria.
Insomma, si prova a ripartire, consapevoli che si tratta di una corsa a ostacoli e che di certezze ce ne sono poche. E anche che - essendo stato prolungato lo stato di emergenza - eventuali nuovi provvedimenti limitanti potrebbero arrivare non solo dal Governo, ma anche dalle singole regioni, a seconda di come andrà la curva epidemiologica.