VIRTUS, IL DOPOPARTITA DELLA SEMIFINALE
La Virtus è dove voleva essere, ovvero ancora in finale scudetto, e ci è arrivata con un percorso perfetto. Sei vittorie in fila, continuando a ritoccare il proprio record di successi consecutivi nei playoff: al momento siamo a quota 16.
La serie contro Tortona - davvero fantastica per la stagione disputata, doverosi applausi a Marco Ramondino - ha avuto lo stesso andamento di quella contro Pesaro. Difficoltà in gara uno, sostanziale serenità in gara due e tre. In semifinale il livello è stato più alto, e c’è stato bisogno dei rientranti (e ottimi) Teodosic e Shengelia, oltre che dello strepitoso Belinelli di gara uno. Ma per il resto la differenza di talento e profondità di roster è venuta fuori, e i bianconeri sono stati bravi e cinici quanto basta per farla valere praticamente sempre, a parte qualche passaggio a vuoto sparso e ininfluente. Nessun minuto comunque è stati sprecato, ha spiegato Scariolo, dato che l’intenzione era quella di coinvolgere tutti, anche chi di solito gioca di meno. Ed è una scelta che ha pagato, soprattutto in gara due, dove Mannion e Tessitori sono stati molto importanti. Ieri invece un discreto contributo è arrivato da Alibegovic, per esempio. Una delle cose di cui sono più orgoglioso è essere arrivati sin qui con 12, se non di più, giocatori coinvolti, ha detto il coach bresciano, e questo potrebbe fare la differenza in finale. In Virtus tutti i giocatori - a parte forse il solo Hervey, che forse si può dare per perso - hanno la faccia giusta, e sono pronti quando sono chiamati in campo. Nell’ottica di una serie di finale contro Milano, che si preannuncia lunga e combattuta, questo potrebbe fare la differenza.
Intanto, la chiave di volta della Segafredo è diventata la difesa. Nelle 6 partite di playoff appena 65.7 punti subiti di media. Anche questo, in finale, potrebbe valere parecchio.
(foto Virtus Pallacanestro)