(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Attilio Caja è stato ospite di Sport Club su E-tv. 

Le sue parole

Ieri è stata una partita complessa. “Sappiamo che ogni trasferta nasconde delle insidie. Con tutto il rispetto per Chiusi, abbiamo giocato in una palestra che mi ha fatto tornare ai tempi del Pianella di Cantù a mezzogiorno. Tante linee sul campo, poi una squadra molto tattica che sa mischiare molto bene le carte. E noi abbiamo avuto problemi di falli in una partita che stavamo gestendo senza grossi problemi, ma il quarto fallo di Fantinelli ci ha mandato in difficoltà. Lui è rientrato e abbiamo ripreso il filo, ma abbiamo vinto una gara in cui siamo stati in vantaggio per 35 minuti”

 

Cosa pensi della situazione di Ettore Messina? “Penso sia qualcosa di positivo. Milano conosce bene Messina, che con loro ha fatto cose molto buone, ha vinto, non è uno sconosciuto. Hanno fiducia nella persona e nell’allenatore, hanno fatto benissimo a confermarlo: non è uno che dall’oggi al domani non sappia più come condurre una squadra, ha vinto lo scorso anno, non certo vent’anni fa. Anche voi, nel vostro programma, qualche critica di troppo gliela avete mossa: non è sempre colpa degli allenatori, a volte capita di avere giocatori che non hanno capito di non essere più in estate. Per fortuna ci sono ancora persone come Armani che hanno rispetto per gli allenatori e per il loro lavoro. Ricordo quando ho visto la presentazione del libro di Arrigo Sacchi, anche lì Berlusconi nei momenti di difficoltà ribadì che lui era il suo allenatore, a tutti i costi, e da lì non persero più una partita”

 

Quanti anni hai di contratto? “Due. Ma so benissimo che in questo mondo in due partite cambia tutto. Nemmeno il miglior allenatore può andare sopra i risultati: quando vinci va tutto bene, altrimenti… Anche io, da tifoso calcistico, sono uno che davanti a qualche sconfitta mi chiedo se non si possa cambiare qualcosa”

 

Ma oggi, rinnoveresti? Io sto benissimo, sono felice, ma le cose vengono naturalmente. Se si riesce a fare bene il resto è automatico. A Bologna sapevo che avrei rinunciato alla A1, ma sono arrivato qui molto motivato e felice. Sono contento di andare in palestra con i ragazzi, loro mi danno soddisfazioni, sono spugne a cui si può dire qualsiasi cosa dal punto di vista tecnico, e io magari sono esigente e posso dire cose che a volte non meritano. Speriamo di fare sempre bene, anche perché sono in dovere verso i tifosi. Quando vedi tanta gente che ci crede, tanti in giro con la felpa, la maglietta, allora capisci il senso di appartenza ad un gruppo e questo aumenta le motivazioni.”

 

Vincendo con Rimini e Forlì non ci si potrebbe più nascondere per la promozione?  Le mie idee non cambiano. Le cose oggettive sono che io ho Aradori che è un eccellente giocatore. Ho Fantinelli che ha avuto qualche problema con gli infortuni ma che è un gran ragazzo e forse si è un po’ accontentato in carriera. Ho due ottimi stranieri, che sono nel posto giusto. Ho Bolpin che per la A2 è un giocatore perfetto. Gli altri? Giordano viene da due retrocessioni. Conti è un ragazzo a modo ma è praticamente esordiente a questo livello. Morgillo ha cambiato tante squadre senza aver avuto mai un vero inserimento. Dire che con questa squadra l’obiettivo è salire sarebbe fare un torto all’intelligenza, sarebbe non essere onesti intellettualmente. Vedo la panchina di Udine, o quella di Trieste, o di Forlì. Ripeto, è bello condividere la palestra con i miei giocatori, ma le cose sono queste”

 

Domenica con Verona hanno fatto però bene, i cambi. “Vero, ma non potrà essere sempre così”

 

Ma che margine di miglioramento hanno? “Hanno avuto una partenza molto, molto, dal basso, per questo è normale che abbiano tanto margine di miglioramento. Quanto possano crescere non si sa, perché ogni giocatore è diverso e ha la sua storia. Ma l’inizio è stato molto difficile, io avevo richieste impegnative per loro e si sono viste le loro problematiche. Dopo 3 mesi qualche passo in avanti c’è stato, ne faremo altri, ma non so quanti”

 

Il mercato

Il mercato ha una deadline? “A volte ne ho parlato e la gente ha capito mele per pere. Quindi parlatene con Basciano e con la società. Il problema non è tanto quello che posso aver chiesto o gli obiettivi che abbiamo o quello che manca, lo sappiamo tutti: chiedere o non chiedere è in funzione di quello che si vuole fare, e ricordiamo che il nostro obiettivo di agosto era arrivare ai playoff. Siamo in tabella, e ieri ad un improvvido giornalista di Chiusi che mi aveva fatto presente che avevamo perso due partite delle ultime tre ho ricordato che nei playoff ci vanno in otto e abbiamo un po’ di margine sulla nona. Poi tutto è migliorabile, in ogni campo, ma non voglio che quello che dico venga riportato a piacimento e interesse di qualcuno. Siamo partiti con un certo obiettivo, siamo felici e contenti, nessuno mi ha detto che le cose sono cambiate. Non ho chiesto niente, non ho detto niente, io vado avanti. Ripeto, le cose possono migliorare, e devo essere io a dire cosa può essere migliorato in questa squadra? Non lo devo mica dire io”

 

Ogden potrebbe giocare più interno. “E’ un giocatore dalla doppia dimensione, dipende anche da chi lo marca. Si integra bene con Freeman, e ha un tiro sicuro oltre ad avere ottimo impatto a rimbalzo. Sono molto felice di lui, lo stiamo ottimizzando nel miglior modo possibile, ed è ancora più facile dirlo dopo un 30+10”

 

Attilio Caja
Caja - Foto Mauro Donati

 

Un parere sulla Virtus? “Impressione positiva. Ha fatto una eccellente prima parte di stagione, partite di grande qualità, non ultima quella di ieri. In Eurolega in casa ha fatto prove di ottimo livello così come in trasferta, poi con il Real fanno fatica tutti, il Bayern è squadra che non merita la classifica che ha. Banchi sta facendo girare la Virtus nel miglior modo possibile e sta valorizzando i suoi giocatori. Hackett e Pajola sono una coppia che non ha da invidiare nulla alle squadre di Eurolega, Shengelia si è responsabilizzato dopo l’addio di Teodosic, Belinelli sta vivendo una seconda giovinezza. Non per fare il democristiano, ma in certi momenti mi è sembrato eccessivo dire che tutto il male fosse Scariolo: ha perso in finale a gara 7 in trasferta. Non so quello che poi sia successo, ma ci può stare  che dopo un po’ le cose vengano viste in modo diverso e si facciano dei cambi. Ma dire che ora c’è del basket e prima non c’era mi pare ingeneroso, pur dando tanti meriti a Banchi”.

 

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