Flats Service Bologna - Assigeco Piacenza 94-92
Non è onnipotente, la Fortitudo, e per la prima volta una avversaria la fa sudare anche oltre l’intervallo, arrivando perfino al tiro della vittoria. Però anche la volontà della Piacenza salieriana si infrange contro una squadra che non sarà più la difesa che per 40’ ti soffoca anche i pensieri, ma che quel che non riesce sempre a fare dietro lo costruisce davanti, e allora quel che conta è chiuderla davanti. Viene fatto, sette su sette, gioia collettiva, e ritorno con i piedi per terra: non si vince per inerzia, bisogna sudarsela, sempre.
Minuto di raccoglimento per i disastri che l’uomo spinge la natura a fare, e inizio con una Piacenza dall’impertinenza sportiva tale per cui ogni colpo bolognese ne porta ad uno ospite. Batti e ribatti, con la Fortitudo a mettere triple quasi ad ogni tentativo (5/6) ma difesa che fatica davanti ai tanti giri di palla avversari, fino alla scucchiaiata al 10’ di Bonacini che, lesa maestà, chiude il quarto con Piacenza avanti 24-23.
Gara piacevole, fronte alta, tecnico a Caja e reazione F. Si fa +9, ma c’è troppa soddisfazione offensiva nel tentare solo triple, ed è chiaro che alla terza sbagliata, con rientri difensivi non adeguati, Piacenza sfrutti l’attimo e rientri. Però, a punteggio alto, come cantava Anna Oxa, è tutto un attimo. Così Panni fa 2x3 e riallunga, ma Aradori ne fa e ne subisce dai pettorali di Veronesi: tutto quasi pari, e se si chiude il 20’ al 52-50 è grazie ad una stoppata, contestata da Piacenza, di Freeman su Sabatini al gong.
Dopo 1’30” Miller rompe l’incantesimo del mai in svantaggio nel secondo tempo, e l’ottavo cesto di fila (!) di Veronesi pareggia anche il -5 di Chiusi come peggior scarto in stagione. Si va a strappi, recuperando ma ribeccandone, fino a quando Aradori mette la sua settima tripla di partita rimettendo qualcosa di vantaggio, che grazie ad un po’ di braccino ospite fa rifiatare Bologna. Ed è 74-70 al 30’.
Piacenza non ne ha più tanto, anche perché a parità di poca panchina i titolari bolognesi, alla lunga, rompono gli argini. Si fa 83-72, ma di là si cerca di restare in piedi. Non c’è un vero e proprio colpo decisivo, ma restando con almeno 5 punti di scarto sempre e comunque il finale potrebbe essere tranquillo, se non si concedesse l’ennesima tripla a Veronesi. +3, che diventa +1 dopo un doppio ferro di Bolpin. Sempre Bolpin cicca un libero, ma Sabatini stavolta non la riesce a vincere all’ultimo tiro. Alla prossima.