CENTO, LA PRESENTAZIONE DEGLI AMERICANI E DEI NUOVI ARRIVI
Si è svolta ieri, presso la sede di Tramec Srl a Bargellino (BO) la presentazione dei nuovi acquisti della Baltur Cento, davanti ad una sala stampa allestita ad hoc, con ospiti numerosi giornalisti e una delegazione di tifosi.
Dopo aver presentato Moreno e Chiumenti a inizio luglio, oggi è stato il turno di Andrea Piperno, Davide Reati, Giovanni Gasparin e due americani Keddric Mays e James White.
Gli onori di casa sono toccati a Leo Girotti, figura di spicco di Tramec nonché vicepresidente della Benedetto XIV. “Abbiamo avuto la fortuna di accompagnare come main sponsor la Benedetto XIV fin dalla sua ripartenza in serie C, nel 2011” ricorda Girotti. “Due promozioni in sette anni sono un bel risultato: essere in A2 possiamo considerarlo un punto di arrivo, ma è al tempo stesso un punto di partenza. Dobbiamo divertirci: per noi e per il pubblico.”
Il presidente Gianni Fava ha ringraziato l’impegno di Tramec, oltre che degli sponsor locali (e non solo) che appoggiano la Benedetto XIV. “Ci stiamo impegnando al massimo per soddisfare il pubblico centese: abbiamo cercato di allestire una squadra all’altezza della categoria” sottolinea Fava. “Siamo sicuri che i nostri tifosi sapranno riconoscere questo sforzo e ci seguiranno in questa stagione, anche al Palasavena di San Lazzaro”.
Dopo il breve video “Ovunque Tu Sarai” di presentazione della campagna abbonamenti (che da venerdì 31 entra nella fase libera) è il momento dei giocatori: si comincia dal giovanissimo Andrea Piperno, la scorsa stagione a Patti, in Serie B.
“Non mi aspettavo questa chiamata della Benedetto, ma appena si è presentata questa occasione l’ho presa al volo. Penso non capiti spesso, per un giovane come, l’occasione di poter apprendere da tanti campioni” afferma Piperno. “La preparazione sta procedendo, è un bel gruppo e mi sento a casa. Il livello è molto alto: questo per me è uno stimolo, confrontarmi e allenarmi con giocatori forti e di esperienza mi spinge a fare sempre meglio.”
E’ il turno poi di Giovanni Gasparin, ex della “eterna rivale” Bakery Piacenza. “Conosco la Benedetto perché l’ho affrontata ben 11 volte tra campionato e playoff, nelle scorse stagioni.” Ricorda poi un applauso rivolto agli Old Lions. “Sì, mi venne spontaneo rivolgermi verso di loro. Furono un fattore determinante per la vittoria di Cento (ndr, fa riferimento ai playoff 2016) e cercarono di consolarmi, dopo la nostra sconfitta.
Si continua con Davide Reati, un esperto della categoria. “La A2 è molto difficile, ci ho già giocato diverse stagioni. Quest’anno poi la formula delle 3 promozioni e 5 retrocessioni la rende ancora più competitiva. Sono stato convinto ad accettare l’offerta di Cento per il grande entusiasmo che ho visto da parte della società.”
Tocca poi a Keddric Mays, primo americano della storia della Benedetto XIV: l’assistente allenatore Michelangelo Parro fa le veci del traduttore in questa occasione, per il pubblico in sala.
“Ho scelto Cento per merito del mio agente: mi ha parlato benissimo della città e di questo ambiente, e non volevo perdere questa occasione” afferma Mays. “Conoscevo già Gasparin e Reati, avendoli affrontati come avversari quando ero a Trapani. Il punto di forza di questa A2 sono proprio i nuclei di italiani presenti nelle squadre.”
La ciliegina della giornata è James White: cannoniere a Sassari nel 2011, anello NBA con San Antonio nel 2007, e una serie incredibile di titoli in Europa e nel mondo. A 36 anni, ha ancora voglia di stupire.
“Per me è una grande opportunità poter fare qualcosa di nuovo nella mia carriera. Sono orgoglioso di essere qui e poter scrivere la storia di Cento.” C’è spazio per un aneddoto sul suo numero di maglia. “Ho scelto il 45 perché io sono James White quarto e giocavo con il numero 4, mio figlio è James White quinto e gioca con il numero 5… mio padre giocava con il numero 45… era naturale che scegliessi questo numero!
Chiude la mattinata il coach Giovanni Benedetto, che sottolinea come “al di là dei ruoli e del lato tecnico, abbiamo voluto puntare sugli uomini, guardandoli sotto l’aspetto personale, e questo è il motivo per cui sono stati scelti.”
Ultima battuta in chiusura. “Schiaccerai ancora come ai tempi degli slam dunk contest negli USA?” chiedono dalla sala.
“A ottobre faccio 36 anni…” risponde White ridendo. “Non ho più lo stesso fisico di allora... ma ora gioco con la testa.”
E detta così, pare quasi un avvertimento a tutto il girone Est.