Aristide Landi, cresciuto nel settore giovanile della Virtus e con un passato alla Fortitudo nella stagione 2013/14, è stato intervistato da Damiano Montanari dopo la promozione della sua Virtus Roma.

Il nostro obiettivo era riportare Roma in Serie A Ci siamo riusciti e ne siamo molto contenti. Sapevamo che nell'ultima partita Legnano non avrebbe avuto nulla da perdere e che non ci avrebbe regalato niente. Così è stato.

Che effetto le farà tonare al PalaDozza per la finale di A2? Nel 2015/16 ci tomai con Trieste e vinsi. Ho ancora tanti amici a Bologna e in Fossa dei Leoni. Ci sentiamo, qualcuno mi è venuto a trovare a Roma. Giocare al PalaDozza con la Fortitudo che nel girone Est ha "ammazzato" il campionato sarà una motivazione in più.

Che ricordi ha dei suoi tre mesi alla Fortitudo? Il ricordo brutto è l'errore decisivo al PalaDozza al primo turno playoff contro Cento: se avessi realizzato quel tiro libero, saremmo andati a supplementari: perdemmo e successivamente fummo eliminati. Peccato, perché credevamo alla promozione. Di bello non dimenticherò mai l'accoglienza dei tifosi e dei dirigenti. Ancora mi sento con il presidente Pavani e con il team manager Rizzardi. Quando ero alla Effe non facevamo doppio allenamento tutti i giorni, così alla mattina io e "Riz" andavamo a fare tiro insieme e lui mi ripeteva sempre: "Devi stendere il braccio!". Franco è un mito. Sono molto contento che la Fortitudo sia tornata in A. La piazza lo merita.

Si sente fortitudino o virtussino, avendo giocato in entrambe? Ho sempre tifato per la squadra in cui ho giocato. Claudia, la mia ragazza, è sempre stata in Fossa dei Leoni, ma non ha inciso su questa mia scelta. Nel doppio confronto con la Fortitudo credo che tiferà per me. Di sicuro nostro figlio Edmondo, che ha nove mesi, verrà al Palazzo con la canotta della Virtus Roma.

Tornerebbe in Fortitudo? A giugno scadrà il mio contratto. Il mio obiettivo è rimanere a Roma dove ho realizzato un sogno, ma si vedrà. A Bologna ho comprato casa. In futuro sarebbe una bella emozione tornare a giocare lì. In quale delle due squadre, non lo so.

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