D’altronde lo cantava anche Sammy Barbot duemila anni fa, su quanto fosse bella l’aria di casa mia, e la Fortitudo ritrova tutte le sue certezze in un sabato di relativa tranquillità ma grande concentrazione, dopo aver tremato nella parte centrale del primo tempo ma aver poi, in tutto e per tutto, azzerato una Trieste confusa e non certo felice. Il risveglio dei mori, il recupero di Mancinelli, anche la ricollocazione di Cinciarini: magari non ci saranno ancora grandi segnali di vita dai cosiddetti gregari (a lungo le virgole dei non big sono belle evidenti nei tabellini), ma per fare 1-2, e rimandare al mittente il primo match point, quanto visto basta e avanza.

Aria condizionata aperta ad evitare che il clima sia esageratamente malato, e hornbyano muggito della curva a caricare, specie in difesa, una Fortitudo che non lascia spazio alcuno a Trieste. Così, sfruttando poi la poca reattività altrui, e i piazzati di uno Knox non seguito fino ai 5 metri, si tocca il doppiaggio (16-8). Poi il ribaltar di panchine, la ritrovata fisicità giuliana, qualche eccesso di un Cinciarini alla disperata ricerca di confidenza negli appoggi, e il vantaggio evapora fino al 17-16 del 10’, graziati da un ferro di Cittadini che sarebbe potuto significare sorpasso.

Si continua a barcollare e vacillare, con Prandin e Green a compilare un break che tocca il 2-14 per il 24-19 esterno: la Fortitudo è troppo approssimativa, ma finchè Mancinelli mette due triple ad evitar ulteriori danni il gioco vale la candela. Perché la faccenda rianima i casalinghi, perché stavolta è Trieste a sfilacciarsi, e perché con Legion ad attaccare il canestro e di là confusione collettiva ecco il controparziale, ed ecco il 42-32 del 20’.

Seguendo i dettami dell’ex Fortitudo David Rivers in parterre, Trieste in regia perde lucidità e spesso e volentieri si palleggia sugli arti inferiori, mentre gli stessi arti inferiori, evidentemente non amputati, permettono a Cinciarini la resurrezione e i cesti che tengono Bologna avanti di una dozzina di punti. A metà campo l’inerzia difensiva è ribaltata rispetto a quanto visto a Nord Est, nemmeno il tardivamente riesumato Pecile permette agli ospiti di rivitalizzarsi, si sfiora il ventello e comunque sia è 58-42 al 30’.

Non c’è ancora la certezza della vittoria tale da iniziare a brindare con champagne e Badedas, dato che Trieste prova a fare -13 più per disperazione che non per sistema, ma ancora Cinciarini e Knox fanno nuovo solco, e tutto il resto diventa una tranquilla passerella mischiando applausi e arrivederci a lunedì sera.

Da adesso alle biglietterie di via Graziano e domani prelazione abbonati, lunedì libera vendita per gara 4 (lunedì ore 20). Tutto al PalaDozza, per qualsiasi settore. Orario continuato dalle 10 alle 19. Il Point di via San Felice resta chiuso.


(Foto di Fabio Pozzati)

SCONFITTA IN VOLATA, CENTO ELIMINATA
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91