FORTITUDO, MERCOLEDI' IL DEFINITIVO PASSAGGIO DI CONSEGNE
Fusse che fusse la vorta bbona, avrebbe detto Nino Manfredi anche se forse, lui, di Fortitudo, mai ne ha saputo nulla. Proroghe, stop, cordatari che si tirano indietro e lanciano accuse (ma essere stato un calciatore di serie A rende automaticamente esperti anche di basket al punto da voler prendere decisioni?), ma chissà se la prossima settimana, per la precisione mercoledì - con appuntamento fissato dal notaio - non si potrà vedere finalmente la fine della soap opera della cessione dalla società e l'inizio, ufficiale, della nuova gestione. Curiosamente, attorno a quel 20 luglio che fu, più o meno, anche la data in cui lo scorso anno si uscì dal limbo della confusione e si cominciò a ragionare di squadra eccetera.
Con la cordata che ha ridefinito la propria situazione, e che ora ha in Matteo Gentilini l'incognita su cui lavorare: confermato come sponsor, l'ingresso anche nella società dipende dal fatto che la nuova realtà inserisca al proprio interno Teo Alibegovic, icona del mondo biancoblu ma anche, a onor di cronaca, un po' fuori dai giochi da non pochi anni. E, con il pubblico diviso tra chi riaccoglierebbe il Salvatore a braccia aperte e chi preferirebbe invece garanzia di praticità senza bisogno che questa venga portata da una "bandiera", si aspetta di capire quali saranno poi i nomi di un organigramma che, nella ormai passata stagione, di fatto non aveva nessuno di realmente operativo se non Gianluca Muratori e il suo, diciamo, singolare staff di consulenti.
Intanto, da qualche parte si deve ragionare anche sulla squadra: sembra più lontano quel Hill che qualche testata aveva dato per firmato già qualche giorno fa, mentre non sembrano esserci problemi, almeno fino ad oggi, sull'arrivo di Bolpin e la permanenza di Alessandro Panni. A costruire un pacchetto di italiani attorno a quelli che già ci sono, inamovibili, e che hanno bisogno di figure molto particolari per collimare con le proprie caratteristiche tecniche. Scoglio sul quale sono andate a cozzare molte costruzioni recenti di roster.
Con la cordata che ha ridefinito la propria situazione, e che ora ha in Matteo Gentilini l'incognita su cui lavorare: confermato come sponsor, l'ingresso anche nella società dipende dal fatto che la nuova realtà inserisca al proprio interno Teo Alibegovic, icona del mondo biancoblu ma anche, a onor di cronaca, un po' fuori dai giochi da non pochi anni. E, con il pubblico diviso tra chi riaccoglierebbe il Salvatore a braccia aperte e chi preferirebbe invece garanzia di praticità senza bisogno che questa venga portata da una "bandiera", si aspetta di capire quali saranno poi i nomi di un organigramma che, nella ormai passata stagione, di fatto non aveva nessuno di realmente operativo se non Gianluca Muratori e il suo, diciamo, singolare staff di consulenti.
Intanto, da qualche parte si deve ragionare anche sulla squadra: sembra più lontano quel Hill che qualche testata aveva dato per firmato già qualche giorno fa, mentre non sembrano esserci problemi, almeno fino ad oggi, sull'arrivo di Bolpin e la permanenza di Alessandro Panni. A costruire un pacchetto di italiani attorno a quelli che già ci sono, inamovibili, e che hanno bisogno di figure molto particolari per collimare con le proprie caratteristiche tecniche. Scoglio sul quale sono andate a cozzare molte costruzioni recenti di roster.