DOLOMITI ENERGIA TRENTO - SEGAFREDO BOLOGNA 78-74

Dominare per 26’, fare +18 davanti ad un palasport trentino allibito e ormai quasi rassegnato. Poi sgonfiarsi in modo atroce, con un 2-24 a cavallo del terzo e ultimo quarto che spiega la più banale delle regole per chi arriva dalla seconda serie: a questo livello nessuno ti perdona niente. Non che in A2 si fosse autorizzati alle infradito a metà gara, ma qui a maggior ragione si deve stare attenti ad ogni cosa. Così una Virtus stellare si eclissa, lasciando la partita nelle mani di una Trento che quasi non se ne accorge, ma che alla fine la porta a casa. E ora vai a capire se felicitarsi di quanto visto all’inizio, o capire cosa fare per evitare gli sgomenti dopo, al netto della panca accorciata ancora di più per la bua di Gentile jr. nel riscaldamento.
Si parte con i tre esterni Virtus che se la passano mirabilmente, e che quindi fanno canestro senza particolari problemi: Gentile prima, Aradori poi, e sarà anche neopromossa-vicecampioneditalia ma in campo c’è più chi qualche mese fa era in A2 che non chi, invece, battagliava per il tricolore. 11-5 immediato, poi continuando a giocare con scioltezza, anche al ribaltar delle panchine (che poi scoperchiano, per quel che riguarda Bologna, il quintetto o quasi della promozione), si chiude il primo quarto avanti 23-13.
La Virtus non avrà sempre muscoli e ossa dure da mettere in area, lascia qualche rimbalzo d’attacco, ma non è che si possa dire molto se poi si rimedia mettendo sempre cesti a valore 3 (8/9 ad un certo punto). Per cui si tocca la doppia di media (31-19), si sopportano i tentativi di spallata trentina, ma con Aradori in totale totalità chiudere avanti 45-38, complice un triplone beccato da Baldi Rossi al quasi scadere, pare anche sterile, per quanto visto.
Bologna fatica un attimo a capire che non è che possa tirare sempre e poi girarsi verso il segnapunti e dire metti 3, e Trento prova un barlume di rimonta, facendo -3 nei primi possessi. Ma pare solo una nuvoletta passeggera, perché la rumba riparte, stavolta con Lafayette protagonista quando magari il giro di palla non è più quello meraviglioso iniziale. 13-0, 64-46 di massimo vantaggio, poi come già capitato a fine secondo quarto non si riesce a tenere fino alla sirena: Sutton spara, ed è un 64-53 grasso, ma non grassissimo.
E allora, se già si collassava nelle amichevoli di precampionato, figurarsi ora: l’ultimo quarto è uno strazio fin da subito, con l’attacco che nemmeno più si avvicina a segnare e la difesa che prende acqua da una Trento che riscopre di sapere giocare. Massacro, e il quasi ventello di pochi minuti prima diventa addirittura vantaggio interno, con il redivivo Sutton e Silins a far +4. Serve rivincerla, ma ormai gli scogli non sono abbastanza forti per rimettere il mare a posto. Lafayette impatta a quota 70 per l’ultima volta, ma non basta: Ramagli rimette al volo Aradori, Buscaglia continua con l’errore (finale scudetto, remember?) di tenere in campo il suo peggior tiratore di liberi (Behannan), ma l’antisportivo – nemmeno tanto esagerato, visto le regole – chiude tutto.
(foto Virtus Pallacanestro)