(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Altro che serie su Netflix. Sulla Fortitudo dovrebbe essere dedicata una soap opera, perchè le serie tutto sommato una fine ce l'hanno, le soap possono andare avanti, davvero, all'infinito. La nuova trama è quella delle dimissioni di Stefano Tedeschi, arrivate ufficialmente ieri sera dopo una giornata in cui la voce non era stata mai smentita, figlie di quanto successo sul campo contro Cantù ma, probabilmente, non solo per quello. Il tutto, dato che non ci facciamo mancare nulla, proprio nel giorno del suo compleanno.

Riducendo il tutto ad una questione di campo, è chiaro che quanto successo a Desio, lo scempio, ha portato alla luce il solito problema delle realtà in cui ci sono molte teste pensanti e correnti: Tedeschi che avrebbe preteso un qualche mea culpa da parte di qualcuno (leggenda vuole che avrebbe esonerato Cagnardi già durante l'intervallo. Ok, forse non proprio in questo modo, ma ci siamo capiti), mentre tutto il mondo attorno a lui, o quasi, è rimasto sulle proprie posizioni. Ovvero andare avanti così, mantenere le posizioni, e vedere il da farsi in seguito. Senza entrare nel merito della scelta tecnica, anche per questo il mondo Fortitudo è fatto a modo suo: di solito dopo un tracollo è l'allenatore a pagare per tutti, qui è stato il presidente, forse perchè nessuno, nella scala gerarchica che va dal basso verso l'alto, ha voluto farlo. Decisione che è stata accolta dallo sconforto quasi unanime della piazza tanto che i social, di solito molto più capaci nel sovradimensionare il contrario rispetto alle positività, sono giunti a una unica conclusione: cambi idea, lo faccia per il popolo. D'altronde, è l'integrità morale di Stefano Tedeschi a parlare per lui, quasi a mo' di garante della serietà della Fortitudo.

Però, non serve essere adepti del culto di Fantozzi per sapere che, se anche le riunioni condominiali possono diventare guerre civili, è normale che in realtà consociative ognuno possa avere le proprie idee: sulla questione Cagnardi, è evidente che i risultati sportivi sono pessimi e che qualcosa debba essere fatto pur ricordando che Trieste l'anno scorso eccetera, che la stessa Cividale che si affronterà domani eccetera. Ma forse, ieri, qualcuno doveva comunque parlare, esporsi, decidere: lo ha fatto il presidente, tutto qua.

Allora, Cagnardi o non Cagnardi? Sia chiaro: Desio è stato davvero uno scempio, ma che la squadra oggi sia in sofferenza non è colpa solo dell'allenatore. Perchè mandare giocatori fuori ruolo e senza centimetri non è perchè il coach sia andato fuori di testa, ma perchè il materiale umano è stato sopravvalutato, forse, con la situazione resa più ingestibile dagli infortuni. Manca regia, anche perchè se si vogliono sfruttare le versatilità di Fantinelli qualcuno a dirigere ci vuole: con Sabatini out e con la coppia Panni-Giordano che non sembra fare progressi, ecco un limite. Aradori non c'è ancora, e con il senno di poi forse sarebbe servito un tampone più solido che non Mian, buon cambio e gregario ma non titolare. Gabriel è quello che è, e lo si sapeva: un 3 che gioca da 2 ma che dovrebbe fare il 4, si pretende che vada anche a prendersi falli o rimbalzi? Poi, la mancanza di centimetri: Battistini non ne ha, Cusin va per i 40, e vabbè che in giro non è che ci sia inflazione di lunghi, ma qui siamo al rimpiangere Morgillo che almeno l'altezza ce l'aveva. Insomma: Cagnardi è Cagnardi, ma se si trova con un 4 che gioca a 10 metri da canestro e un regista in post basso non è perchè si sia dato a libagioni: forse si poteva scegliere meglio in estate, però.

Quindi, che fare, sia a livello di scrivania che di panchina che di campo? Boh, verrebbe da dire, anche perchè sono tutti settori correlati: si spera che il clima renda possibile un rientro di Tedeschi, in alternativa sarebbe difficile una promozione di chi c'è già anche perchè Alibegovic, ad esempio, rischierebbe di passare per un tagliatore di teste, tutto qua. La panca? Altrove cosa c'è? Buscaglia, Sodini, Finelli, nomi fatti sfogliando i possibili e non veri e propri contatti, se non un ritorno di Caja pressochè impossibile (aspetta la serie A, e poi troppe sono le pieghe ancora non stirate dalla passata stagione). Il campo? Ma chi è che decide, alla fine?

Insomma, non si può dire che a seguire la Fortitudo non ci si diverta. E, mentre se qualcuno volesse davvero aprire la soap opera biancoblu, è ancora da capire domani chi allenerà a Cividale contro l'ennesimo ex di 'sta panca, sapendo che Dalmonte e Boniciolli hanno fatto gol, contro la Effe. Ma tutta la piazza chiede che si possa ritrovare la serenità e far tornare Tedeschi sulle proprie posizioni. O meglio, metterlo nelle condizioni di farlo. Perchè è vero che le persone vanno ma la Fortitudo resta, ma è anche vero che non tutte le persone sono uguali.

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