Alla ripresa dell'NBA, Marco Belinelli è stato sentito da La Stampa. Un estratto dell'intervista.

"In questi giorni, con un Preolimpico andato bene, forse sarei stato con la Nazionale a Tokyo per le Olimpiadi. Invece mi ritrovo dentro questo scenario, quasi da film. Prigioniero? No, per niente. Qui va tutto bene. Sembra quasi di rivivere l'esperienza, già provata positivamente sulla mia pelle nel 2007, di una Summer League estiva: si gioca e si vive tutti insieme nello stesso posto. Anzi, condividendo l'albergo con altre quattro o cinque squadre si possono pure vedere e frequentare gli amici che giocano altrove.
Sono carico e siamo carichi. Già essere qui, dopo 3 mesi di quarantena, è importante. Sarà bello, ma anche curioso, ricominciare a giocare. La voglia c'è, poi vedremo cosa dirà il campo nelle prossime 8 partite e seriusciremo ad acciuffare i playoff.
Le porte chiuse? Noi giochiamo per la gente: l'assenza dei tifosi è un qualcosa di inimmaginabile per molti dei miei colleghi. A me, per esempio, non è mai successo. Ci faremo comunque sentire per ricordare cosa sta succedendo fuori dalla "bolla": sulla mia maglia ci sarà la scritta "Uguaglianza", in italiano.
Tornare in Italia? A ottobre sarò free agent: il mercato durerà due settimane e valuterò. Vorrei restare in Nba per un altro paio d'anni. Sono contento per Gigi a Milano: un bel segnale per tutto il movimento in un momento difficile.
L'Italia mi manca tanto. Così come mi mancano la mia famiglia, la mia ragazza e i miei amici. Non mi era mai capitato di stare lontano da casa per così tanto tempo. Appena finisco qui, prendo un aereo e vengo in Italia"

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