Il coach della Virtus, Sasha Djordjevic, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport.
Un estratto delle sue parole.

Abbiamo puntato acostruire la migliore squadra possibile senza pensare a quella passata. Non c'erano lacune evidenti da colmare, eravamo in testa al campionato giocando una bella pallacanestro. Il punto dipartenza era aumentare il livello di fisicità della squadra che per il mio modo di vedere il basket oggi è la prima condizione per competere ad alto livello e giocare per vincere.

Con sette giocatori confermati la ripartenza è più facile. Certamente sì. Il mio compito è aggiungere dettagli e nuovi input ad automatismi già collaudati e alla conoscenza reciproca sviluppata e maturata l'anno passato. In quest'ottica la ricerca del passaggio in più è servita per cementare la squadra e anche il club verso un obiettivo comune. Ma non cercheremo sempre e per forza l'extra pass come segno distintivo del nostro gioco: non vorremmo morire di bellezza. Questo sport si chiama pallacanestro perché occorre infilare la palla dentro a un anello.

I quattro nuovi acquisti "Con Abass e Tessitori abbiamo aggiunto due pezzi importanti della Nazionale; Alibegovic è in quota italiani per formazione: hanno fisico e struttura per fare bene. Adams è un play diverso da Teodosic e Markovic, ha due gambe strepitose e un talento smisurato. Lo seguivamo da tempo. Un giocatore da scoprire che può crescere ancora tanto nella Virtus e compiere un salto di qualità decisivo per la sua carriera.

Cosa ti aspetti da Teodosic? Mi aspetto che confermi tutto quello che di buono ha fatto nel primo anno. Anche lui meritava che la stagione finisse diversamente. Da grande campione, ha l'orgoglio di volere dare sempre il massimo perciò vedrete che farà ancora meglio. E con lui crescerà la squadra e tutto il club".

La Virtus è da scudetto? I pronostici li lascio agli esperti. Ci sono squadre che hanno più spessore, ma tutta la Serie A è cresciuta. Sento che la mia Virtus lotterà per lo scudetto che è diverso dire che è da scudetto. Quello lo stabilirà il campo che non mente mai".
Allenare la Virtus è una missione? "Sicuro, e con la mia squadra voglio sfidare la storia della Virtus, nel rispetto della tradizione. Credo di avere portato qualcosa in questo club. La mia missione è lottare per le finali e per vincere i titoli"

Il club chiede l'Eurolega, è un esame per la Virtus e per Djordjevic? "Esame è una parola grossa, la chiamerei una bella sfida per tutti. Questo è il nostro lavoro, la nostra vita. L'Eurolega? Dal primo giorno da coach della Virtus ho detto che questo è l'obiettivo primario da raggiungere. E prima ci arriviamo, prima possiamo rivincerla".
Se dovessi firmare per un titolo? Per la mia mentalità punto a vincere il primo che arriva in ordine di tempo, poi il prossimo e poi il prossimo ancora...

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