Una Fortitudo rinfrancata dal post Treviso quella che inizia la settimana di preparazione al derby con una classifica sempre terribile ma almeno non esiziale, e con la consapevolezza che un modo per mettere assieme i pezzi altrimenti squinternati del puzzle ci potrebbe essere. Senza eccedere in glorificazioni, i sei che hanno fatto l'impresa hanno mostrato la giusta confidenza e la famosa amalgama (cit.) altrimenti assente. Malgrado i limiti di ognuno di loro, ma trovando nel collettivo la strada per superare le scarsità di roster e, in alcuni casi, di tecnica. Con alcune giocate fondamentali: la stoppata al 40' meno pochi secondi con cui Groselle ha tolto dal tabellone il possibile vantaggio locale ai danni di Sims, il balzo di Durham per prendere un rimbalzo d'attacco dopo un libero sbagliato (e da lì poi il cesto da 3 punti, più o meno da casa sua, di Frazier) e, benchè poi vanificata da un canestro altrui, una stoppatona di Procida in recupero. Tutte cose che danno l'idea di una squadra sul pezzo, e non come in altre occasioni sonnolenta davanti agli attacchi a canestro degli avversari o rassegnata al cesto subito per poi aspettare di aggiustare le cose in attacco.

Chiaro che avere il derby dopo questa partita potrebbe essere una doccia fredda sui rinnovati entusiasmi, ma intanto qualcosa si è mosso. Per domenica Martino proverà a recuperare Feldeine, mentre per il Carlino è più no che sì la posizione di Aradori. Rimane, ovvio, un senso di forti limiti quantitativi: Durham non ha un cambio, e pensare che il pur volenteroso Borra possa essere l'unico cambio dei lunghi è di certo azzardato, e fa pensare ad un continuo camminare sul ghiaccio sottile. Però, visto l'andazzo del pre Treviso, poteva davvero andare peggio.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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