CUCCAROLO: FACCIO PASSI DA GIGANTE
Il Corriere dello Sport di oggi ha pubblicato una bella intervista di Andrea Barocci a Gino Cuccarolo. Ve la riproponiamo sul nostro sito.
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CUCCAROLO: “Faccio passi da gigante”
Il 2.20 di Bologna è l’uomo più alto d’Italia
“Da quarto lungo a titolare: che soddisfazione!”
di Andrea Barocci
Due centimetri. Due centimetri che a Gino non cambiano nulla. Ma lui ci tiene a toglierseli di dosso, per amore di verità. «Non sono alto 2,22 e neppure 2,21 come scrivono in molti: sono 2,20». Quei 220 centimetri rendono Cuccarolo ufficialmente, come decretato dal Guinnes dei primati, l'uomo più alto d'Italia, anche se il suo sogno è sempre stato solo quello di «poter giocare in serie A da protagonista». Difficile destino per un ragazzo per tanti anni bollato, proprio per la sua statura, come troppo lento, legnoso, macchinoso nei movimenti per diventare un vero centro di livello. E' accaduto a Treviso, dove è cresciuto, e via via a Venezia, Montecatini, Siena (Virtus), Biella e Brescia : un gigante prigioniero di catene invisibili.
CATENE SPEZZATE. Poi, con l'arrivo a Bologna, Gino ha spezzato quelle catene. Domenica a Roma non ce l'ha fatta a far vincere la sua Virtus, eppure ha fatto un figurone, costringendo i lunghi avversari a deviare le parabole di tiro con le sue lunghe braccia e sorprendendo tutti per la sua mobilità e il suo carattere. Il giocatore che era è stato soppiantato da un altro: più sicuro, più veloce. Non un fenomeno, ma comunque da serie A. «Speriamo di proseguire così - dice lui con voce bassa e pacata - Se sono cambiato lo devo al nostro preparatore atletico Carlo Voltolini (ex Siena, ndr), che mi ha messo a posto piedi e schiena, e al mio coach».
VALLI. Valli con Gino ha svolto un gran lavoro sotto l'aspetto motivazionale e psicologico: si è trovato un ragazzo con pochi stimoli e molte etichette negative, e ne ha fatto un centro su cui si può iniziare a contare. «Giorgio è una grande persona, e non lo dico solo perché è l'allenatore della Virtus. Quando mi hanno preso, avrei dovuto essere il quarto lungo Poi, un po' per la mia forza di volontà, un po' per gli alti e bassi degli altri lunghi, ho trovato spazio. Valli è un tecnico all'antica, come Djordjevic e Repesa che ho avuto a Treviso: se un giocatore dà tutto e si impegna, è il primo ad arrivare in palestra e l'ultimo ad andarsene, lui lo fa giocare. TI stimola, ti sprona: è bravo a caricarti. A me ad esempio dice che se ce la metto tutta, sono in grado di difendere anche su un esterno».
RISVEGLIO. Il risveglio del gigante. Per Cuccarolo è una soddisfazione non da poco vedere finalmente il campo con continuità. «Certo che lo è. Da quarto lungo a titolare, da 2' a 29’ di gioco come è accaduto a Roma, è un grande passo. Ecco, il mio obiettivo è proprio questo: riuscire sempre a fare passi avanti».
ESEMPIO GENTILE. Ma la terza torre di Bologna è anche un ragazzo onesto con se stesso, e non nasconde il peccato originale che ha frenato la sua carriera sino ad oggi: «Cosa non funzionava? La mia poca costanza. Ero a Treviso con Alessandro Gentile, e vedevo come lavorava: ci dava sempre dentro. Lui questo lo aveva capito già a 18 anni. E chi dice che la vita per i figli d'arte è in discesa, spara una cavoiata: Alessandro con Repesa era sempre in palestra, a tirare e tirare. Io invece il basket lo vivevo con tanti alti e bassi: con le mie potenzialità, avrei potuto andare da tante altre parti in questi anni... Se ho dei rimpianti? Certo che ne ho. Ma c'è chi matura prima e chi dopo. Io l'ho fatto dopo. Ora alla Virtus lavoro con gli assistenti sulla tecnica di tiro, sul pick and roll, su tanti aspetti del gioco».
PREGIUDIZI. Così come tanti mini play, anche un gigante come Gino è stato vittima dei pregiudizi di chi non vedeva in lui un pivot da A perché... troppo alto. «In passato soffrivo la mobilità di piedi di centri alti e di stazza. Ma in questo momento in Italia non esistono più i lunghi di una volta, alla Bagaric, alti e grossi. Ci sono giocatori di 2,03 o 2,04, pivot atipici, e questo mi spinge a migliorare la mia mobilità in difesa». Figlio di un imprenditore edile, con la mamma che lavora aiuta lo zio in un ristorante, il ragazzo di Asolo ha sofferto ben altro. Le battute scontate sulla sua altezza ad esempio. «Anni fa mi davano fastidio, adesso non più: di gente stupida in giro ce n'è sempre tanta». Così oggi, in una città abituata a guardare in alto, si rilassa «facendo lunghe passeggiate con il mio cane. Anzi, ne ho due: il mio, un bovaro delle Fiandre (circa 40/45 kg), e quello della mia fidanzata, un Pinscher toy di circa di chili di peso...». Un trio che non passerà mai inosservato.