C'è ancora un po' di margine matematico, per la Fortitudo, così da non rendere del tutto impossibile la scalata al secondo posto e, di riflesso, assolutamente inutili le prossime 5 gare, almeno dal punto di vista degli obiettivi di classifica. Facendo 5 su 5 e sperando in un bel filotto di risultati delle altre, la rimonta sarebbe possibile: magari sperando che Cividale, ormai irraggiungibile, tolga punti alle rivali Milano, Torino e Udine, e queste poi si scornino tra di loro senza far risaltarne una in particolare. Così Bologna, facendo 2 su 2 con Milano, vincendo di 4 a Torino e portandosi dietro il vantaggio dello scontro diretto con Udine, dei margini li avrebbe.

Teoria, perchè se già è difficile che i risultati si incrocino come dovrebbero, è ancora più complesso pensare ad un cinque su cinque da parte di una squadra che domenica non ha saputo trovare le chiavi per una partita iniziata male, rimessa in piedi e successivamente persa. Ed è una novità, da questi schermi, che le gare di casa vengano recuperate, riacciuffate e poi di nuovo perse. Si è patita la mancanza di una regia che fosse capace di dettare i ritmi giusti, le solite magagne difensive, e il pestarsi i piedi dei due esterni che, una volta di più, hanno palesato la difficoltà di giocare insieme. Con la gestione di Aradori che ha portato a prevedibili dibattiti e mugugni interni - ma si dovrà far pace tra chi ne lamenta l'eccessivo utilizzo una volta, il poco quelle (rare) volte in cui viene sacrificato - e con Thornton slegatosi, fin troppo, solo quando è rimasto l'unico esterno con punti nelle mani in campo.

Pietro non era mai sceso a soli 2 punti, ed è alla quarta volta non in doppia cifra (tutte sconfitte). Marcus non tirava così tanto dalla sconfitta in casa di Cividale, guarda caso in un'altra occasione dove era stato lasciato libero di attaccare da solo, con Aradori lungamente in panchina. Ma il dibattito sulle convivenze tra esterni, qui, va avanti da anni, e sarebbe comunque ingeneroso limitare tutte le questioni a chi dovrebbe essere il principale riferimento offensivo. Specie ora che, con Candussi, una vera alternativa c'è, anche se la palla bisogna fargliela avere. E qui servirebbe un raziocinio che, evidentemente, non sempre Bologna ha.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

“Salotto Bianconero”: la nuova puntata su Facebook e Youtube
La clamorosa vittoria dell'Italia contro gli USA a Colonia