Giampaolo Ricci è stato sentito da Luca Sancini per Repubblica. Un estratto dell'intervista.

"Riprendiamo questa settimana. La società ci ha messo a disposizione la palestra, ma saranno allenamenti a piccoli gruppi, 3-4 per volta. Non sarà la stessa cosa, ma poter fare due tiri, e mantenimento fisico, per noi è fondamentale. Io personalmente ho una gran voglia di tornare a muovermi, a star fermi si impazzisce. L’obiettivo di tutti è tornare a giocare. Ce lo diciamo sempre: è dal 10 agosto che sudiamo, sarebbe un peccato, con tutti i sacrifici fatti sin qui, non avere il modo di metterli a frutto.
Il virus? Penso a Gamble e a Weems. Per loro è dura: hanno le famiglie negli Stati Uniti, sono spaventati, perchè quando si è separati tutto sembra più grande. I figli lontani, le cose che si leggono. Così, so che a Julian la società ha dato il permesso di partire. Per chi resta diventa anche un conforto vedersi un po’ in palestra: lavorare e stare insieme. Tocco con mano che questo è un gruppo anche al di fuori del campo. Sono le situazioni in cui viene fuori non che giocatore sei, ma che persona sei.
Io sono qui a Bologna, i miei genitori a Chieti, anche la famiglia Ricci vive la lontananza. Ci sentiamo, certo, mia sorella che gioca a pallavolo in B1 sta vivendo le stesse mie sensazioni: pure lei senza gli allenamenti, senza la palestra. Mio fratello abita a Parigi invece, e ci racconta che là le limitazioni sono ancora blande.
Tempo per studiare? Ero già iscritto alla facoltà di Bologna quando è arrivata la chiamata della Virtus. E ho pensato che si fosse chiuso un cerchio: lo sport e lo studio insieme, nella stessa città. Per via delle sospensioni delle attività, mi è proprio saltato un esame questo mese. Statistica matematica, bello tosto. Dopo me ne mancheranno altri quattro per finire e laurearmi. Sì, meno basket e più libri, in questi giorni va così."


(foto Virtus Pallacanestro)

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