Il bel gioco sarà mancato - come ha sottolineato Sasha Djordjevic dopo la partita - ma la vittoria di ieri della Virtus è di quelle pesanti. Lo è per la caratura dell’avversario, che è di alto livello: squadra di Eurocup e 11 giocatori veri. E lo è anche perchè vincere - in questo modo - aiuta a vincere, e ad acquisire mentalità e consapevolezza dei propri mezzi.
Al PalaLeonessa - con 700 spettatori, sperando che non sia l’ultima volta - la partita è stata dai due volti: primo tempo con difese abbastanza allegre (e varie palle perse di troppo bianconere), secondo tempo duro, di intensità playoff e con parecchi errori. Brescia ha provato più volte a scappare, trascinata dal folletto Chery, immarcabile anche perchè l’unico che fisicamente poteva tenerlo, Adams, ha fatto talmente male che il secondo tempo l’ha guardato tutto dalla panchina. I bianconeri però sono sempre rimasti lì, e nel finale l’hanno decisa gli episodi: prima le scelte lucide di Teodosic per recuperare dal -5 a 90" - poi la stoppata di Hunter su Crawford, il libero di Abass, e infine l’errore di Vitali, a cui stavolta la “tabellata” non è riuscita.
Il bicchiere è assolutamente mezzo pieno, anche perchè la condizione di parecchi giocatori (Markovic su tutti) sta crescendo, e questo farà la differenza. Poi di cose su cui lavorare ce ne sono, a partire dalle palle perse (ieri 16) e continuando con i tiri liberi (59%). C’è un po’ di preoccupazione per l’infortunio alla coscia di Pajola, da valutare, e per Josh Adams, ancora ben lontano dal giocatore visto a Malaga e all’Efes. In ogni caso, di tempo per fermarsi a pensare non ce n’è: mercoledì - con il Lokomotiv Kuban - arriva un’altra sfida ancora più dura. Se con il pubblico o a porte chiuse, lo si capirà a stretto giro di posta.

(foto Legabasket)

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