Presidenza, panchina, squadra: i tavoli del mondo Fortitudo
Ci sono tanti di quei tavoli su cui si sta giocando l'attuale futuro Fortitudo che diventa anche difficile scinderli, come se fosse un castello di carte che, perso (per ora?) il vertice, deve rivalutare un po' tutto quello che c'è sotto. A partire dall'assemblea dei soci di questa mattina, che dovrà capire come e con chi andare avanti: Malaguti e non solo (sul Carlino odierno ci sono dichiarazioni pro-Tedeschi da parte dell'avvocato Pennica) hanno apertamente espresso il proprio pensiero a favore del presidente dimissionario, e il problema rimane poi quello di chi mettere nel ruolo, se il saluto di Stefano Tedeschi fosse definitivo. Perchè una eventuale soluzione interna porterebbe a pensare a rese dei conti e teste tagliate, mentre l'idea del papa straniero è difficile attragga: l'esperienza Di Pisa lo dimostra, paracadutare qualcuno da fuori, specie se da troppo fuori, non sarebbe praticabile. Allora, la speranza è che le dimissioni rientrino ma, soprattutto, che si ritrovi l'armonia collettiva; anche perchè Tedeschi per fare un passo indietro rispetto al passo indietro vorrà per forza di cosa maggiore chiarezza sulla situazione. Si vedrà.
Il secondo tavolo è quello della panchina, ed è curioso come nei giorni scorsi siano usciti nomi come quelli di Esposito e Lamma che hanno fatto pensare ma nel ruolo di allenatore, giocatore o presidente? In entrambi i casi, si tratta di elementi lontani già da un po' dalla pallacanestro, mentre le voci sono poi anche altre e che non scaldano i cuori così come non lo facevano a luglio: Sodini, Buscaglia, mentre ieri sera girava quella di Calvani. Tutti ottimi professionisti ma non esattamente sul pezzo, e tutti con l'incolpevole sensazione della mancanza di alternative. E allora? Intanto vedere cosa capiterà oggi a Cividale, in una trasferta che sarebbe difficile anche in condizioni normali (ieri Pillastrini ha fatto presente l'anomalia del “giochiamo da favoriti contro la Fortitudo, e questo è davvero strano”: anche meriti suoi, sia chiaro). Ci fosse la prestazione, ancora più del risultato, male non sarebbe. Ma che Cagnardi andrà in panchina con gli avvoltoi sulla testa è chiaro. E, alla fine, tutta la faccenda si sarebbe potuta risolvere se, giovedì, la società avesse dichiarato un abbiamo fatto schifo, ma andiamo avanti perchè crediamo nel progetto e nella continuità. Almeno sarebbe stata una presa di posizione. Ah, e Caja? Aspetta la serie A, forse necessiterebbe di chiarezza altrove e, soprattutto, siamo certi che con lui al posto di Cagnardi la squadra sarebbe oggi 9-1?
Infine, la squadra. Dove è difficile parlare di mercato quando fino a poche ore fa nemmeno si sapeva chi avrebbe allenato questa sera: l'urgenza della contingenza spinge a pensare a qualcuno in regia, laddove il crac di Sabatini ha portato ad un buco effettivo. Curioso, perchè qui di quantità ce ne sarebbe tra Panni, Giordano e il pagato ma non tesserato Giuri. Serve altro, però: suggestiva la voce Imbrò, che a Pesaro già in precedenza è stato appaiato ad altre squadre (Avellino?) senza un vero e proprio abboccamento. Difficile che si cerchino figure di secondo piano. Ma come si può parlare di mercato quando, appunto, tutto il resto è ad oggi precario?